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Natività con due angeli
1475 - 1499
Lampasso di seta lanciato.
1814/T
Altezza: 48 cm, Larghezza: 37 cm
frammento di tessuto
Tessuto seta lampasso / Fabric silk lampas
Tessuto in lampasso lanciato, con fondo in raso (tessuto figurato). Ordito di fondo in seta rossa; ordito di legatura in seta bianca; trama di fondo in seta ecru; trame supplementare lanciate in seta bianca e verde e in oro filato (anima in seta ecru). Sotto ad un baldacchino, con cielo disseminato da stelle e rifinito da lambrecchini che accolgono la scritta, in lettere capitali, “verbum caru fatu”, sostenuto da una coppia di angeli aureolati, raffigurati di profilo e vestiti con una lunga tunica, stretta in vita da una cintura dai lembi svolazzanti, è raffigurata la Madonna orante inginocchiata di fronte a Gesù Bambino, adagiato su una raggiera. La Vergine, il cui profilo è incorniciato dai lunghi capelli inanelati, indossa un ampio manto solcato da profonde pieghe, portato sopra un abito dalle lunghe maniche aderenti. Colori: fondo rosso e oro, disegno bianco, rosso, verde, oro.
Il tessuto esemplifica la produzione, incentrata soprattutto in area fiorentina, lucchese e senesi, dei "tessuti figurati", generalmente lampassi o broccatelli, impreziositi da scene di carattere religioso, adatti per rifinire o confezionare parati liturgici. Uno fra gli episodi che ha goduto di un notevole successo è quello dedicato all'Adorazione del Bambino, declinato in innumerevoli varianti (per esempi simili al frammento in esame: B. Markowsky, Europäische Seidengewebe des 13.-18. Jahrhunderts, Colonia 1976, p.141, scheda n. 62; C. Buss, M. Molinelli, G. Butazzi (a cura di), Tessuti serici italiani. 1450-1530, catalogo della mostra, Milano 1983, pp. 138-139, scheda n. 37 di C. Buss; D. Digilio, Paramenti della Cattedrale di Volterra, in "Arte tessile", 1991, n. 1, p. 9; D. Degl'innocenti (a cura di), I tessuti della fede. Bordi figurati del XV e XVI secolo dalle collezioni del Museo del Tessuto, catalogo della mostra di Prato, Firenze 2000, p. 45, scheda n. 13 di D. Degl'Innocenti). Il prototipo del disegno è stato identificato da Annarosa Garzelli (A. Garzelli, Il ricamo nella attività artistica di Pollaiolo, Botticelli, Bartolomeo di Giovanni, Firenze 1973, p. 10 ) nella "Madonna del baldacchino" della National Gallery di Londra, ascritta da Roberto Longhi in modo dubitativo a Beato Angelico e datata intorno al 1425-1430 (R. Longhi, Fatti di Masolino e di Masaccio, in "La Critica d'Arte", anno V, n. 3-4, fascicolo XXVI, pp. 174-175; sul dipinto, ricondotto dalla letteratura a Benozzo Gozzoli, cfr. L. Bellosi (a cura di), Pittura di Luce. Giovanni di Francesco e l'arte fiorentina di metà Quattrocento, catalogo della mostra di Firenze, Milano 1990, pp. 114-117, scheda n. 16 di R. Bartolini).Tali ipotesi, accolta da Donata Devoti che propone una datazione alla prima metà del XV secolo (D. Devoti (a cura di), La seta. Tesori di un'antica arte lucchese. Produzione tessile a Lucca dal XIII al XVIII secolo, catalogo della mostra, Lucca 1989, pp. 58-59, schede nn. 27-28 di D. Devoti), sebbene fosse stata confermata in un primo momento da Paolo Peri per un panello della Collezione Carrand di Firenze, per il quale propone una collocazione alla seconda metà del Quattrocento (R. Bonito Fanelli, P. Peri (a cura di), Tessuti italiani del rinascimento. Collezioni Franchetti Carrand. Museo Nazionale del Bargello, catalogo della mostra di Prato, Firenze 1981, pp. 56-57, scheda n. 16 di P. Peri), è stata confutata dallo stesso studioso che, ritornando ad occuparsi del medesimo pezzo nel 1990, circoscrive la data all'ultimo quarto del secolo (P. Peri (a cura di), Bordi figurati del Rinascimento, Firenze 1990, pp. 67-69, scheda n. 17 di P. Peri). Più recentemente, Cantelli (G. Cantelli, Lampassi figurati del Rinascimento nel territorio di Siena, in M. Ciatti (a cura di), "Drappi, velluti, taffettà et altre cose". Antichi tessuti a Siena e nel suo territorio, catalogo della mostra, Siena 1994, pp. 62-63), nell'osservare come il linguaggio di questo gruppo di lampassi sia da avvicinare ad opere fiorentine della metà del XV secolo, li colloca fra la fine del Quattro e l'inizio del Cinquecento; cronologia anticipata da Marco Ciatti alla metà del XV secolo, (M. Ciatti, I bordi figurati, in D. Degl'innocenti (a cura di), I tessuti della fede. Bordi figurati del XV e XVI secolo dalle collezioni del Museo del Tessuto, catalogo della mostra di Prato, Firenze 2000, pp. 16-17). Al di là dei riferimenti ad un preciso modello pittorico o grafico, da ricercare, per l'impostazione prospettica del baldacchino e le vesti degli angeli solcate da profonde pieghe a canna d'organo, al pieno Quattrocento, per l'Adorazione del Bambino del Museo Civico appare più probabile una collocazione cronologica da posticipare all'ultimo quarto del secolo. Il tessuto è infatti contraddistinto dalla semplificazione di un modello verosimilmente più ricco e sontuoso, identificato dalla critica nelle pianete di Montalcino e Pienza, recentemente ricondotte alla metà del Quattrocento (cfr. F. Bari, Munifica Magnificenza. Il tesoro tessile della cattedrale di Pienza da Pio II Piccolomini agli inizi dell'Ottocento, Siena 2004, pp. 39-40), la cui fortuna perdura sino alla prima metà del XVI secolo (S. Desrosiers (a cura di), Musée National du MoyenAge - Thermes de Cluny - Catalogne - Soieries et autres textiles de l'Antiquité au XVIe siècle, Parigi 2004, p. 387, scheda n. 218), come sembra suggerire in particolare la contrazione della verso "Verbum caro factum est" in "Verbum caru fatu" (cfr. Bari 2004, p. 40).
Tessuti, ricami, merletti. Opere scelte, 2008, pp. 28-29