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Natura morta
XVII
olio su tela
0773/D
Altezza: 122 cm, Larghezza: 170 cm
dipinto
Natura morta con tendaggi, corazza, baule , orologio, vasi e spartito musicale su basamento a forma di sarcofago all'antica.
Il dipinto fu acquistato nel 1921 con provenienza dal Castello Birago di Vische assieme al 772/D. IL 22/11/1943 fu consegnato alla Regia Prefettura come deposito temporaneo, in attesa del ripristino dell'ammobiliamento del palazzo Madama, per l'arredamento dello studio del Prefetto (cfr. 772/D e, per il rimando alla pratica, 709/D).

Venne pubblicato dal De Logu (1931) come anonimo affine al cosiddetto "Salv" e al monogrammista "G.D.V.". L'attribuzione dubitativa al "Salv" fu riproposta da M. Rosci (1971). Recentemente lo studioso ha ripubblicato l'opera come Anonimo bergamasco (?), inserendolo in un terzo gruppo genericamente lombardo che , parallelo ma non sovrapponibile a Baschenis e Bettera, è significativo soprattutto per i rapporti fra Bergamo e la situazione Barocca internazionale fra Roma, Napoli e l'arte francese di corte. Escluso per ragioni stilistiche l'inserimento nell'ambito di Francesco Fieravino detto il Maltese e nel gruppo già menzionato dei "Salv" e "G.D.V." più legati alla produzione francese e spesso di livello qualitativo minore (cfr. M. Natale - A. Morandotti, in AA.VV., La natura morta in Italia, Milano 1981, p. 211), affiora il sostrato romano dell'artista, esplicito nel riferimento classicheggiante del sarcofago che funge da supporto alla composizione e nell'adeguamento alle categorie dei sottogeneri, tappeti , vasi, armature, elaborati, a partire da Roma dopo la metà del secolo.
Mallé L., Museo Civico d'Arte Antica. I dipinti, 1963, p. 32,
De Logu G., Pittori minori liguri, lombardi e piemontesi, 1931, p. 217,
Rosci M., Baschenis Bettera & Co, 1971, p. 157,
Rosci M., Il Seicento a Bergamo. Natura morta a Bergamo, collezionismo e specializzazione, 1987, pp. 290,294