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Piatto
XIV-XVI secolo
ceramica graffita e dipinta
1044/C
Altezza: 5 cm, Diametro: 23,5 cm
Piatto apodo a base piana, caveto emisferico e tesa inclinata. L'esterno è privo di rivestimento; all'interno ingubbio biancastro e vetrina gialla. Il cavetto è decorato da una sinusoide doppia che incornicia un motivo centrale non identificabile, graffiti e dipinti in giallo ferraccia e verde ramina.
Il piatto fa parte della grande quantità di materiali ceramici e vetri venuti alla luce nel corso degli scavi archeologici realizzati a Palazzo Madama nel 1884, in occasione dell’Esposizione Nazionale di Torino, finalizzati a una più approfondita conoscenza dell’edificio in previsione del restauro. La maggior parte dei reperti provengono dallo scavo nel vano quadrangolare attiguo alla torre nord-occidentale, identificato come latrina medievale. Riconosciuta la straordinaria importanza del ritrovamento, che ampliava considerevolmente le conoscenze sulle tecniche, le forme e i motivi decorativi delle ceramiche medievali del Piemonte, la Commissione per i restauri di Palazzo Madama, di cui faceva parte anche Alfredo d’Andrade, dispose la ricomposizione dei frammenti e il restauro integrativo dei manufatti. Nel 1931, in occasione del trasferimento della sede del Museo Civico a Palazzo Madama l’allora direttore Vittorio Viale chiese e ottenne dal Soprintendente G. Pacchioni il deposito delle ceramiche.

Appartenente al vasellame di uso quotidiano, in relazione al tipo di rivestimento il piatto fa capo alla classe della ceramica ingubbiata, mentre per quanto riguarda il tipo di decorazione rientra nella categoria della graffita dipinta in ramina e ferraccia, in uso dal XIV al XVI secolo. In altri termini il decoro è inciso sul leggero rivestimento di terra bianca che maschera il colore scuro dell’impasto, e completato da pennellate di verde ramina e giallo ferraccia sotto una vernice piombifera trasparente.
Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, 1982, p. 213