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Rami fioriti / uccelli / felini
1600 - 1624
velluto di seta cesellato a due corpi
1711/T
Altezza: 39,5 cm, Larghezza: 22,2 cm
frammento
Tessuto seta velluto / Fabric silk velvet
Fondo raso creato da ordito e trama di fondo in seta écru, orditi di pelo in seta verde e marrone. Il decoro è dato dalla contrapposizione di quatrro teorie verticali, ad andamento alternato, formate da ghepardi intervallati a tronchetti fioriti: da tronchetti fioriti intercalati a rametti fogliati; da uccelli interposti a rametti con una melagrana; infine, da rametti di garofani intervallati a fiori a quattro petali.
Anche se più di rado, fra la fine del Cinque e il primo terzo del Seicento, unitamente al nuovo tema delle "mazze", sui fondi dei velluti o dei damaschi si muovono piccoli animali in atteggiamenti vivaci che, molto probabilmente, iniziano a perdere la carica religiosa o araldica, per assumere una valenza soprattutto decorativa. A questo gusto appare riconducibile il frammento in esame, in cui i "tronchetti fioriti", non privi di accenti naturalistici e raffigurati con un tratto veloce e mosso, come attestano i garofani e le melograne spaccate, sono interposti a ghepardi e aquile. L'aspetto ornamentale del decoro è ulteriormente sottolineato da una cromia non veritiera, giocata sull'accostamento, tipico di questo torno di anni, fra i due toni complementari del verde e del rosso, il cui uso è distinto nettamente: l'ordito verde, impiegato unicamente per formare il pelo riccio, costituisce i contorni delle "mazze" e definisce gli animali, mentre con la catena rossa, scelta per il pelo tagliato, non solo sono stati campiti gli elementi ornamentali e quelli geometrici, ma è stato reso l'effetto maculato della pelliccia del ghepardo e il piumaggio dell'aquila. Il tessuto, già collocato, da Antonino Santangelo, al XVI secolo e ascritto a Genova, dove, secondo lo studioso, era particolarmente diffuso il motivo "a mazze tronche a piccoli ramoscelli fioriti" (A. Santangelo, Tessuti d'arte italiani, Milano 1959, p. 47 e tav. 59), molto verosimilmente influenzato anche dall'ipotesi proposta da Raymond Cox per un velluto identico per ornato, tecnica e cromia, datato però fra la fine del Quattrocento e il Cinquecento (R. Cox, Les soieries d'art depuis l'origine jusqu'à nos journ, Parigi 1914, p. 142 e tav. 63, fig. III), è invece riconducibile ad ambito fiorentino, come suggerisce il confronto con l'identico velluto della Galleria del Costume di Firenze (A. Zanni, M. Bellezza Rosina, M. Ghirardi (a cura di), Velluti e Moda tra XV e XVII secolo, catalogo della mostra, Milano 1999, pp. 82-83, scheda n. 26 di R. Orsi Landini).
Santangelo A., Tessuti d'arte italiani, 1959, p. 47, tav. 59 ,
Boccherini T., Atlante di Storia del Tessuto. Itinerario nell'arte tessile dall'antichità al Déco. Frammento. Velluto cesellato in seta, 1995,
Tessuti, ricami, merletti. Opere scelte, 2008, pp. 44-45