Page loading...
Trittico
c. 1520-1525
Tempera su tavola
0464/D
Altezza: 282 cm, Larghezza: 211 cm
San Gerolamo penitente; san Giovanni Battista; San Giovanni Evangelista; san Giorgio; santo guerriero; Annunciazione; scene della Passione
Ferrari Defendente
Trittico raffigurante san Gerolamo penitente nella parte centrale, i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista a sinistra, Giorgio e un santo guerriero che regge il modellino di una città (forse san Secondo?) a sinistra, l'Annunciazione nei due tondi sulla cimasa e cinque scene della Passione dipinte a monocromo dorato sulla predella. Il complesso è stato ristretto sui lati dimezzando le lesene laterali ed eliminando le due scene estreme della predella, mentre la cornice è stata decurtata del fastigio apicale.
All'inizio del Novecento il trittico era di proprietà del conte bresciano Cesare Jacini nel 1917, a Bologna (L. Mallé, 1963). L'acquisizione da Pietro Accorsi, con il concorso economico di I. Levi, G. B. De Valle e S. Simeom, fu decisa anche per integrare la collezione di Leone Fontana, donata al Museo nel 1909, che comprendeva ben 28 tavole di Defendente, tutte riconducibili a grandi politici smembrati.

Se ne ignora la provenienza originaria, forse individuabile se si potesse identificare con certezza il giovane santo guerriero con il modellino della città. L'ipotesi che si tratti di san Secondo potrebbe far supporre la provenienza da Asti, di cui il santo è patrono.

La figura centrale deriva fedelmente dal San Gerolamo datato 1520, giunto in Museo con il lascito Adele Bona (505/D), rispetto al quale il polittico in questione non deve essere molto più tardo. Qui Defendente continua a guardare alle opere del maestro Martino Spanzotti, ma i monocromi della predella, vicini agli esiti della raffinata tecnica dei vetri dorati e dipinti, si collegano alla diffusione europea delle serie sulla Passione dei grandi incisori nordici del Quattrocento.
Mallé L., Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. La pittura piemontese tra '400 e '500. Nuovi ritrovamenti e un vecchio problema: Martino Spanzotti e Defendente Ferrari, 1952-1953, p. 78 nota 2,
Viale V., Torino. I Musei Civici nel 1932, 1933, pp. 15-18,
Mallé L., Le arti figurative in Piemonte, dalla preistoria al Cinquecento, [1973], p. 151,
Mallé L., Spanzotti Defendente Giovenone, 1971, pp. 58, 64,
Mallé L., Palazzo Madama in Torino. Le collezioni d'arte, 1970, p. 53,
Mallé L., Le arti figurative in Piemonte dalle origini al periodo romantico, 1961, p. 174,
Mallé L., Museo Civico d'Arte Antica. I dipinti, 1963, pp. 67-68,
Brizio A.M., Bollettino della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti. Aggiunte e rettifiche agli elenchi delle pitture piemontesi, 1934, p. 55,
Natale V., Piemontesi e Lombardi tra Quattrocento e Cinquecento, DATO MANCANTE, pp. 111, 114,
Mallé L., Atti e memorie del Congresso di Varallo Sesia (settembre 1960), ripubblicato in Incontri con Gaudenzio - raccolta di studi e note su problemi gaudenziani, Torino 1969. Gaudenzio e l'orientamento della pittura piemontese nel '500, 1962, p. 43,
Caramellino C., Antiche botteghe di artisti di Chivasso, 1994, p. 67,
Berenson B., Italian pictures of the Renaissance. Central Italian and North Italian Schools, 1968, v. I p. 105,
Brizio A. M., La pittura in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento, 1942, p. 199,
Cabutti L., Mallé L., Palazzo Madama in Torino. Museo Civico d' Arte Antica, 1976, p. 32,
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 33,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 67,
Palazzo Madama. Guida breve, 2010, p. 55