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Dipinto
XVI secolo primo quarto
olio su tavola
0777/D
Altezza: 88,5 cm, Larghezza: 61,3 cm, Profondità: 3 cm
Santa Caterina d' Alessandria; santa Apollonia
Gaudenzio Ferrari
Santa Caterina d'Alessandria e Santa Apollonia con i rispettivi attributi iconografici, stanti a 2/4 di figura, visti di 3/4 da sinistra.
Il dipinto venne bandito da un'asta londinese della Christie's il 30 Marzo 1962. Nel 1968 Luisa Vertova lo inserì con l'attuale attribuzione nell'aggiornamento degli indici di Berenson. Due anni dopo Giovanni Romano ne propose l'identificazione con una tavola elencata da Antonio della Cornia nel 1635 tra le collezioni di Carlo Emanuele I (poi di Vittorio Amedeo I) assieme a un dipinto compagno con le sante Barbara e Lucia. La documentazione lascia intendere che si trattasse di elementi di un polittico forse collocato nel duomo di Vercelli e ora disperso, del quale farebbero parte anche la Madonna col Bambino oggi a Brera e la tavola con i santi Giovanni Battista e Pietro e un donatore, conservata alla Galleria Sabauda. La misura dell'altezza riportata dal Berenson non corrisponde (cm 102 circa), ma, come ha osservato Romano, la tavola potrebbe essere stata decurtata nella parte inferiore di 15-16 cm.

La tavola, vertice gaudenziano nelle collezioni del Museo, appartiene alla fase matura dell'artista, caratterizzata dall'uso di colori accesi. Dopo l'esperienza romana e l'adesione al classicismo di Raffaello, Gaudenzio rivolge la sua attenzione all'ambito milanese e medita sulla lezione di Leonardo e di Bramantino. Termine ante quem è il 1519, data della pala di Eusebio Ferrari, anch'essa in Museo, che deriva dal dipinto di Gaudenzio.
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