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Santa Chiara allontana i Saraceni da Assisi
1526
maiolica con lustro dorato e rosso
2728/C
Altezza: 3 cm, Diametro: 27,5 cm
piatto
Piatto in maiolica raffigurante santa Chiara mentre respinge l'attacco dei Saraceni. La santa, sporgendosi da una finestra con il crocifisso in mano, affronta gli uomini armati che salendo una scala a pioli tentano di penetrare nel convento. Alla vista dell'immagine sacra, cadono dalla scala. Il retro è smaltato e con tralci fogliati dipinti a lustro. Al centro, la data e la sigla di bottega: "1526.Mo.Go.".
Discepola di san Francesco d’Assisi, santa Chiara (1193/1194 - 1253) fondò l’Ordine delle Povere Dame di San Damiano, o Clarisse, nel convento di San Damiano ad Assisi. La tradizione, riportata da Tommaso da Celano nella Vita di Santa Chiara (Legenda Sanctae Clarae Virginis), racconta che quando l’imperatore Federico II inviò nel 1241 delle bande di saraceni ad invadere il monastero di San Damiano, Chiara li respinse presentando loro l’ostensorio. Una luce miracolosa li spaventò e li fece fuggire dal convento. In questa versione, la santa usa un crocifisso.

Il piatto è stato avvicinato a un gruppo di maioliche istoriate a decoro lustrato prodotte a Gubbio nella bottega di Giorgio Andreoli, detto Maestro Giorgio, e recanti le date 1524, 1526 e 1527 (Poole 1995, p. 311 ; Fiocco-Gherardi 1995, p. 38-39, p. 75-77 ; Wilson 1996, p. 317-318 ; Mallet-Dreier 1998, n. 18, p. 140-141 et p. 242-244; Thornton-Wilson 2009, p. 516). Il loro stile è influenzato da quello di Nicola di Gabriele Sbraga, detto Nicola da Urbino. L’attribuzione di questo gruppo di opere a un pittore anonimo, detto « pittore di Enea in Italia » da un piatto recante un’iscrizione conservato a Bologna (Ravanelli Guidotti 1985, n. 104, p. 138-139),è stata recentemente proposta da J.V.G. Mallet (Mallet 2010). Il suo studio, che corrobora un’ipotesi già formulata da C. Fiocco e G. Gherardi (Fiocco-Gherardi 1995, p. 38-39, p. 75-77 ; Fiocco-Gherardi 1998, p. 31-32, p. 78), permette di meglio circoscrivere l’evoluzione della produzione di questo artista: senza dubbio in stretto contatto con Nicola da Urbino verso 1520-1524, lavora visibilmente a Gubbio per Maestro Giorgio tra il 1524 e il 1527. Lo stile che sviluppa dopo il 1527, su pezzi ormai non lustrati, permetterebbe di riconoscerlo in seguito in uno dei pittori lavoranti nella bottega di Guido Durantino a Urbino, in particolare per il servizio di Anne de Montmorency nel 1535. Il corpus di questo pittore è ancora in corso di identificazione (Mallet 2012).
Maritano C., Le ceramiche di Palazzo Madama. Guida alla collezione, 2008,
Emanuele d'Azeglio. Il collezionismo come passione, 2016, 68