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Rilievo
c. 1566-1567
cera policroma; legno di faggio
3525/C
Altezza: 29 cm, Larghezza: 20 cm
Santa Maria Maddalena intercede presso la Madonna in favore del cardinale Michele Bonelli per le preghiere di Pio V
Capocaccia Giovanni Battista
Nel tardo Cinquecento la cera normalmente impiegata per i modelli e gli studi attirò l’interesse degli artisti, che vi trovarono un materiale duttile e ricco di potenzialità espressive. Si cominciarono perciò a realizzare ritratti naturalistici e piccole scene di grande vivacità. Autori di opere in cera furono orafi, medaglisti, intagliatori di pietre, e nonostante il basso costo del materiale le lavorazioni in cera, proprio in virtù della raffinatezza dell’esecuzione, furono considerate di grande pregio. Oltre a medaglioni e ritratti furono eseguiti in cera soggetti sia religiosi sia profani, carichi questi ultimi di una sapida sensualità permettendo la cera di simulare l’incarnato umano.

Il rilievo in cera policroma raffigura il cardinale Bonelli, nato a Boscomarengo, presso Alessandria, per il quale intercede Maria Maddalena, mentre in preghiera sullo sfondo è effigiato Pio V (1504-1572) del quale il cardinale era nipote e al quale l’inventario post-mortem attribuisce un ingente patrimonio di oggetti preziosi, eredità dei papi precedenti ma anche, come l’opera in questione, doni a lui offerti.

Gli inventari delle collezioni granducali medicee registrano, tra le cere, "un quadro con cornice d'ebano... e ritrattovi di stucco colorito di bassorilievo papa Pio Quinto cardinale Alessandro e altre figurine coperta di cristallo", già attribuito da Vasari nella I edizione delle "Vite" all'anconetano Capocaccia, che potrebbe identificarsi con questo lavoro, la cui datazione sarebbe delimitata tra 1566, data della nomina cardinalizia del Bonelli, e il 1568, data della seconda edizione delle "Vite".

S. Pettenati suggerisce che il rilievo sia un ex voto del cardinale in relazione a un increscioso episodio del quale fu protagonista: nel 1566 Pio V, che con facilità utilizzava il rogo per la sua attività di inquisitore, avviò una severa campagna di moralizzazione della Città Santa contro le meretrici, non risparmiando i suoi stessi familiari. Il cardinale, scampato agli strali dello zio intransigente, avrebbe dunque espiato i propri peccati con la committenza d’arte.
Careddu G., Castronovo S., Corrado F., Pagella E., Soffiantino M.P., Thellung C., Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Acquisti e doni 1971-2001, 2004, p. 178,
Pettenati S., Il Tesoro della Città, 1996, p. 87,
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 79