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Sanza
Anteriore al 1951
legno intagliato e metallo
70/SM
Altezza: 27 cm, Lunghezza: 13 cm, Larghezza: 3,3 cm
Napoli, Real Fabbrica
Sanza
Sanza costituita da una cassa di risonanza in legno di forma parallelepipedo-trapezioidale su cui poggiano 10 lamelle metalliche disposte in modo scalare con la più lunga al centro. Una barra metallica è disposta perpendicolarmente alle lamelle allo scopo di trattenere e separare i singoli elementi. Dei fili di ferro formano degli archetti che infilandosi nella cassa separano tra loro le lamelle e le fissano alla cassa stessa.

Nel tratto compreso tra la barra e il ponticello ogni lamella è munita di un cilindretto di latta arrotolata che produce una vibrazione in seguito alla messa in vibrazione primaria delle lamelle.

Nella parte posteriore della cassa è presente una grande apertura rettangolare situata in alto e un piccolo foro rettangolare nella parte inferiore.



L'oggetto presenta numerose decorazioni. Sul lato anteriore sono presenti tre fasce orizzontali con motivi decorativi a triangoli sovrapposti e una parola in caratteri latini. Sul lato posteriore sono presenti due fasce a triangoli sovrapposti, linee e numeri arabi. Compare anche su questo lato una parola a caratteri latini. Si presume che queste parole potrebbero essere state incise per riportare i nomi dei fabbricanti dello strumento.



La sanza è uno strumento della categoria dei lamellofoni costituito da una cassa di risonanza di legno scavato o, più raramente, un guscio animale, su cui sono applicate delle parti vibranti (lamelle di metallo o di canna) di lunghezza variabile. Lo strumento viene tenuto con entrambe le mani e il suonatore genera il suono premendo e rilasciando con i pollici le estremità delle lamelle. In alternativa, è possibile appoggiare lo strumento su una superficie piana e utilizzare tutte le dita per pizzicare le lamelle.

Il repertorio della sanza è legato principalmente a momenti privati della vita quotidiana.



Questa tipologia di sanza risulta presente in tutta l’attuale Repubblica Democratica del Congo. Elementi distintivi di questo oggetto (la forma trapezioidale, l’apertura sul retro, il numero di lamelle) rinviano alle sanze diffuse in un vasto territorio dell’Africa centrale che va dal bacino del Congo e dell’Ubangi fino all’Uganda. Si ipotizza che i flussi migratori di persone che si spostavano al servizio delle forze coloniali abbiano svolto un ruolo fondamentale nella diffusione della sanza in vasti territori.



Il bene appartiene al corpus di 185 oggetti donati al Museo da Tiziano Veggia (1893-1957). Veggia lavorò come ingegnere nel Congo Belga per la Compagnie du Chemin de Fer Bas Congo-Katanga (1919-1936) e per l’Otraco (1936-1951), affiancando alla sua attività lavorativa la pratica del collezionismo. Nel maggio 1955 donò la sua collezione al Museo Civico di Torino.
Fava A.S., Africa, America, Oceania. Le collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino. Storia delle collezioni etnologiche del Museo Civico di Torino, 1978, p. 41,
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