Page loading...
fine XVI sec. d.C. (lavorazione della pietra)
agata; bronzo
0614/PM
Altezza: 39,5 mm., Altezza: 41 mm., Larghezza: 32 mm., Larghezza: 32,5 mm., Spessore: 2,2 mm., Spessore: 2 mm.
Scena allegorica
Forma della pietra ovale. Pietra di colore giallastro a taglio piano-parallelo. Molatura meccanica a disco e lucidatura del piano posteriore. Smussatura degli spigoli. Intaglio a tecnica mista: volumi del corpo dell'erote ottenuti sia con mola a disco sia con trapano a larga punta sferica, a volte usata eccentricamente; rifiniture del volto e delle ali sia a mano libera sia con trapano a piccola punta sferica; sole a mano libera e con trapano a punta sferica; altare a mano libera; triangolo con mola a piccolo disco; altri dettagli a mano libera. Tracce diffuse di smeriglio ferrifero. Legata in pendente bronzeo ovale con castone a giorno sul quale è saldato un appiglio circolare per la sospensione. Scena allegorica: Al di sotto di un sole androprosopo splendente, un erote inginocchiato davanti a un altare incendia, con una torcia tenuta nella sinistra, un triangolo su piedistallo, ovvero ne trae la fiamma per la torcia. L'arco è deposto a terra. Erote efebo, dai muscoli evidenziati, inginocchiato sulla gamba destra, la sinistra avanzata. Capelli corti. Profilo lineare. Una faretra è tenuta all'altezza dei glutei da una banda che passa obliqua sul torso, l'arco è abbandonato a terra. Due piccole ali sono dischiuse dietro alla schiena. Davanti al soggetto, altare quadrangolare a metope e base piatta su crepidoma a due gradini. Sull'altare, un triangolo su basso sostegno. Stile corsivo e piuttosto schematico, a volte "disegnato". Modellato a basso rilievo. Intaglio medio-fine. Esecuzione di qualità piuttosto mediocre.
La scena raffigurata, composta da almeno tre simboli principali, quali l'erote, la torcia, il triangolo, e da altri secondari, come il sole androprosopo e l'arco, attributo dell'erote, deve evidentemente avere una natura allegorica, in cui il significato della rappresentazione deriva dalla contestualizzazione di tutti gli elementi. Ad un rapido esame dei repertori iconografici (ad es. Bonvicini, E., Esoterismo nella massoneria antica. La simbologia celata nelle opere e nelle logge, Vol. 1 - 2, Roma, 1993; Roob, A., Alchimia e mistica. Il museo ermetico, Köln (prima edizione 1997, traduzione di P. Bertante), 2003; Wirth, O., Le symbolisme hermètique, Paris, 1969), alcuni dei simboli citati, ad eccezione dell'erote, trovano, decontestualizzati dalla scena, diverse spiegazioni sia nell'ambito del simbolismo massonico, sia in quello ermetico (ovvero ermetico-alchemico), sia in quello esoterico: il sole androprosopo, simbolo positivo di luce o grazia, si ritrova dffusamente, la torcia può simboleggiare a volte l'illuminazione, a volte la discordia, il triangolo può essere considerato come simbolo della Trinità divina, come il delta pitagorico, oppure come simbolo del fuoco, quando ha il vertice in alto. Tuttavia, questi elementi, nell'ambito delle simbologie citate non compaiono mai assieme nello stesso contesto e, soprattutto, non compare l'erote, che nella raffigurazione in oggetto ha una funzione senantica ben determinata. Esso come è noto simboleggia generalmente l'amore, a cagione della sua natura nella mitologia greco-romana, nell'ambito della quale è appunto il dio dell'amore.

Per questo motivo, piuttosto che al simbolismo ermetico, massonico o esoterico sembra opportuno fare riferimento all'araldica, ovvero al repertorio delle cd. "imprese" (cioè a figure che esprimono allegoricamente e sinteticamente un significato complesso), nonché alle marche dei tipografi che, soprattutto nel Cinquecento, ebbero grande diffusione in Italia e in Europa.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009