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I sec. a C. - II sec. d.C.
calcedonio / corniola
956/PM
Larghezza: 16 mm, Spessore: 4 cm, Altezza: 13 mm
Scena di battaglia
Bottega dei Regi Archivi
manifattura Cozzi - Venezia
Scena di battaglia: un cavalierei che è in atto di colpire un oplita. Forma ovale, colore arancione.
Forma ovale, taglio piano-parallelo (a sezione troncoconica), superficie piana.

Incisione a tecnica mista: il cavallo, lo scudo e l'abbozzo dei corpi sono eseguiti con un trapano a rotella. A mano libera con una punta litica finissima sono invece rese le incisioni dei dettagli dei visi, i cimieri degli elmi, i lacci dei calzari, la linea di terra, la criniera e la coda del cavallo e la decorazione dello scudo. Sulla superficie restano ancora le tracce di uso di polveri abrasive usate nella fase di lucidatura.

Scena di battaglia: un cavaliere è in atto di colpire un oplita. Cavalierei e cavallo di profilo a destra; il torso del cavalierei è di leggero 3/4; gamba esageratamente allungata pende molto oltre il dorso del cavallo; solleva il braccio destro piegato in alto verso la calotta dell'elmo; il sinistro è invece abbassato sul collo del cavallo; indossa una casacca incrociata sul petto e un elmo beotico (?). Il cavallo dal corpo molto snello è rampante, protende le sottili zampe anteriori in avanti al di sopra dell'oplita caduto; folta coda lunga sul posteriore. Finissime incisioni sul collo ne indicano la criniera. L'oplita è in atto di cadere in ginocchio, gamba sinistra piegata, destra tesa indietro; un grande scudo circolare decorato da un motivo a stella a sei punte copre tutto il torso; indossa calzari con corti lacci paralleli e un elmo con corto pennacchio; con il braccio sinistro trattiene una lancia obliqua che passa dietro il corpo e lo scudo. Esecuzione schematica dell'intaglio, ma curata. Resa naturalistica del movimento del cavallo rampante e dell'oplita che è in atto di cadere.

La raffigurazione di un cavaliere che atterra un oplita si riscontra anche nel caso di una corniola in puro gusto schematico datata I secolo d.C. (AGD I, 3, n. 2380), dove però quest'ultimo è di dimensioni superiori rispetto al nostro esemplare. Il soggetto è noto anche in stile naturalistico su altro intaglio romano (Lippold 1922, tav. LIV, n. 3) e su un esemplare di Aquileia dove però l'oplita è raffigurato stante (Sena Chiesa 1966, n. 927). L'esecuzione schematica del motivo iconografico rappresentato suggerisce una datazione all'età imperiale e l'appartenenza a una bottega centro-meridionale.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009