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Scrivania da parete
c. 1725
Legno impiallacciato di palissandro ed ebano; intarsi in avorio; applicazioni in bronzo dorato
1404/L
Altezza: 102,5 cm, Larghezza: 103 cm, Profondità: 52 cm
scene di vita campestre; scene di caccia
Prinotto Luigi
La scrivania poggia su quattro zampe incurvate che si raccordano a un grembiule sagomato proseguendone i motivi decorativi; il corpo è composto da due cassetti lunghi, ciascuno con doppi pannelli raffiguranti scene di caccia; la ribalta contiene vani e cassetti. La decorazione è costituita da intarsi con motivi ornamentali sulle gambe, motivi a nastro che inquadrano scenette di caccia e di vita rurale sui pannelli frontali dei cassetti, sui fianchi e sulla ribalta; piedi ornati da applicazioni in bronzo dorato.
La scrivania ben restituisce il carattere di composta eleganza dei mobili di Luigi Prinotto, che si specializzò a Torino nella produzione di mobili riccamente impiallacciati di legni preziosi e decorati da tarsie in avorio, metallo e madreperla. Una raffinata misura solidamente ancorata alla tradizione, che valse all'ebanista fin dal 1721 l'apprezzamento del principe di Piemonte, anche se, una volta eletto re nel 1730, Carlo Emanuele III chiamò da Roma per rivestire la carica di Ebanista del Re Pietro Piffetti, autore dal linguaggio più esuberante.

L'impianto decorativo è analogo a quello della scrivania intarsiata con temi relativi all'assedio di Torino del 1706, per la quale sono documentati pagamenti a Prinotto nel 1723, e a quello della scrivania oggi a Stupinigi, a lui attribuita. In questo caso gli intarsi in avorio raffigurano scene di vita campestre e di caccia, probabilmente eseguite sulla base di disegni forniti dal pittore Pietro Domenico Olivero.
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