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1484 - 1501
sparite
0440/PM
Altezza: 57 cm, Larghezza: 43 cm, Profondità: 15 cm
Stemma cardinalizio di Giovanni Michiel
Stemma cardiinalizio di Giovanni Michiel (Romanello 2000), cardinale di S. Angelo e sesto prevosto commendatario dell'abbazia di Oulx: fasciato d'azzurro e d'argento di sei fasce, con ventuno bisanti d'oro disposti sopra le fasce 6.5.4.3.2.1 (P. Vayra, 1875, p. 347 cita C. Frescot, 1682, pp. 64-79). Lo stemma è sormontato da un cappello cardinalizio con quattro ranghi di nappe in numero diseguale per lato: a sinistra se ne contano nove (1.2.3.3 ?), a destra forse ne compaiono dieci, 1.2.3.4 (il numero di ranghi di nappe per i cardinali sarà fissato a cinque solo da Pio VI, cfr. Du Roure de Paulin, 1910, p. 19).
Proviene dalla collegiata di San Lorenzo a Oulx (Susa).

Lo stemma, donato dal canonico Guiguet (già distintosi per altri lasciti al Museo Civico), fu stimato 50 lire (Inv. Generale n. 263) e riferito sin dall'ingresso in museo a Giovanni Michiel, priore commendatario dell'abbazia di Oulx dal 1484 al 1501 (Inv. Particolare n. 52).

L'identificazione dello stemma si deve al Vayra, che dedicò all'opera uno studio approfondito ripreso puntualmente da Claretta (AMCAAT, ms. G. Claretta, 1896, pp. 36-37) e da Mallé (1965, p. 251). L'esatta attribuzione fu in effetti ostacolata dal lapicida, che scolpì cinque fasce di filetti, invece che sei, e da alcuni studiosi che errarono a blasonare dimenticandosi sempre dei ventuno bisanti. Solo dopo una difficile e approfondita analisi il Vayra riferì l'arma a Giovanni Michiel, cardinale di Sant'Angelo e sesto prevosto commendatario dell'abbazia di Oulx dal 1484 al 1501: dall' antico casato veneziano ebbero origine tre dogi, nove capitani generali, undici procuratori di San Marco.

Giovanni Michiel, nato nel 1446, era nipote di papa Paolo II (Barbo), che lo nominò cardinale diacono di S. Lucia e poi di S. Angelo. Il successore di Paolo II, Sisto IV, gli conferì il titolo di San Marcello e papa Innocenzo III lo nominò vescovo prima di Albano, poi di Preneste, e in seguito di Oporto, di Verona (la cui diocesi resse dal 1471 fino alla morte), e di Padova (che resse dal 1485 al 1488); infine fu chiamato alla carica di patriarca di Costantinopoli e Innocenzo VIII lo mandò come legato da Ferdinando re di Napoli; morto in circostanze poco chiare nel 1503, fu sepolto nella chiesa di San Marcello.
Frescot C, Li pregi della nobiltà veneta, abbozzati in un giuoco d'arme, di tutte le famiglie, presentato al serenissimo principe et eccellentissimo Senato da D. Casimiro Frescot da D. Casimiro Frescot, 1682, pp. 64-79,
Vayra P., "Atti della Società Piemontese di archeologia e Belle Arti". Avanzi di antichi castelli e di antichi monasteri, raccolti nel Museo Civico di Torino, 1875, pp. 344-358,
Claretta G., Il municipio torinese ai tempi della pestilenza del 1630 e della reggente Cristina di Francia, Duchessa di Savoia, 1859, p. 19,
Mallé L., 1965, p. 251,
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizion i piemontesi, 2008, pp. 38-39