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Scultura
XVIII secolo terzo quarto
marmo
0487/PM
Altezza: 36,5 cm, Larghezza: 27 cm, Profondità: 9 cm
Stemma dei conti Carlo Domenico Cassotti di Casalgrasso e Giacinta Margherita Bona Mazzetti di Frinco
Stemma dei conti Carlo Domenico Cassotti di Casalgrasso e Giacinta Margherita Bona Mazzetti di Frinco
Gli inventari storici del Museo, che menzionano lo stemma senza riconoscervi le famiglie, non concordano sempre sulla sua datazione: infatti, mentre l'Inventario Particolare (n. 62) lo fa risalire al secondo quarto del XVIII secolo, l'Inventario Generale (n. 626) e l'Inventario Pietre-marmi lo ascrivono al '600. L' attribuzione di uno degli stemmi ai conti Mazzetti di Frinco è riportata già da Gaudenzio Claretta nel suo contributo manoscritto sulle lapidi e sugli stemmi conservati presso il Museo Civico: l'autore tuttavia contesta tale informazione, scambiando erroneamente i due blasoni affiancati come un unico stemma che lui sostiene essere partito e che descrive così: "al primo di ... tre stelle di ..., al secondo di tre ... e losanghe di ... ", senza nemmeno individuare i tre magli dell'arma a destra. Lo scudo gentilizio venne in seguito pubblicato dal Mallé (1965), con una datazione al secondo quarto del XVIII secolo, giustificata da un movimento già barocchetto delle cornici, senza alcun riferimento alle famiglie di appartenenza. L'autore definì baronale la corona alla sommità, non rilevandone la caduta delle sferule, lacune che vengono invece registrate dalla scheda inventariale del museo.

Lo stemma in questione riunisce in realtà le armi di due coniugi, alla destra araldica quella del marito, a sinistra quella della moglie, riunite dalla corona comitale del consorte. Tali emblemi appartengono alle famiglie Cassotti di Casalgrasso e Mazzetti di Frinco.

Carlo Domenico Cassotti, settimo conte di Casalgrasso (Torino, 6 ottobre 1704-11 gennaio 1761) il 1° febbraio 1750 sposò nella chiesa di S. Filippo a Torino Giacinta Margherita Bona Mazzetti dei conti di Frinco (Torino, 17 settembre 1723-18 giugno 1805), dalla quale ebbe otto figli. Il conte Carlo Domenico, investito il 25 marzo 1757, fu tenente colonnello di fanteria (22 aprile 1742), tenente colonnello del reggimento Guardie (27 febbraio 1745), colonnello (25 marzo 1747), brigadiere (13 maggio 1754), governatore d'Ivrea, 16 maggio 1759.

La scultura potrebbe provenire dal palazzo che i Cassotti di Casalgrasso nel 1710 acquistarono da Sigismondo Francesco dei principi d'Este, marchese di Lanzo, in via Santa Teresa n. 11 a Torino, nell'isolato di San Giuseppe, di fronte a quello edificato, su disegno del Guarini, dal conte Antonio Provana di Collegno. Proprio Carlo Cassotti decise di ampliare in seguito la dimora di famiglia comprando un fabbricato adiacente, come risulta da un quinternetto ora sul mercato antiquario (consultato a Cherasco il 9 luglio 2000), riguardante la "Vendita del Regio Spedale della Carità a favore del conte Carlo Cassotti di Casalgrasso", datato 4 settembre 1760. Nel 1820 il complesso fu acquistato dal marchese Cesare Carlo Romagnano di Virle, il quale nel 1850 lo rivendette al marchese Ludovico Pallavicini Mosso. Negli anni seguenti il nuovo proprietario ne promosse una ristrutturazione generale, in seguito alla quale lo stemma, forse in origine collocato al di sopra del portone di ingresso, poté giungere in Museo.
Cibrario L., Storia di Torino, 1846, vol. II, p. 582,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, vol. V, p. 147,
Mallé L., 1965, p. 262,
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 73-74