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XVI secolo prima metà
marmo di Carrara
0301/PM
Altezza: 28,5 cm, Larghezza: 47 cm, Profondità: 7,8 cm
Stemma della famiglia Asinari di San Marzano
Stemma della famiglia Asinari di San Marzano
Delle tre lapidi provenienti dal castello di Costigliole d'Asti (cfr. 107/PM e 406/PM) donate da Pietro Accorsi si ignora l'antica destinazione d'uso, benché si possa ipotizzare una probabile collocazione lungo i lati di una fontana o di un pozzo, come è documentato per le tre lapidi di Antonino Tesauro (482-484/PM). Prive di numero di inventario generale, furono datate alla seconda metà del '500 secolo (Inv. Particolare n. 394, L. Mallé, 1965, p. 254), ma per motivi stilistici tale cronologia andrebbe anticipata di una cinquantina di anni almeno, quando la famiglia degli Asinari di San Marzano attraversò un periodo turbolento, a causa dei dissidi tra i membri dei diversi rami. L'apposizione delle lapidi può essere ricondotta alla volontà di ribadire il legittimo possesso del luogo e del castello di Costigliole, proprio quando questo venne messo in dubbio.

La suddivisione in agnazioni differenti va fatta risalire a Giorgio Asinari (scomparso nel 1375) che lasciò il feudo di San Marzano a Francesco; con la morte dello zio di Giorgio, Bonifacio (privo di discendenza), la metà di Costigliole andò a Pierrino ed Antonio (figli di Secondino) e l'altra metà, propria dei signori di Camerano, giunse in possesso di Emanuele Asinari, figlio di Corrado (P. Viarengo, 1890, p. 60). Antonio, figlio del già citato Secondino, il 5 aprile 1382 fu investito dal conte Amedeo VI di Costigliole, Lu, Balangero, San Marzano e Cartosio, malgrado le proteste dei signori di Camerano, ai quali i Visconti continuavano ad accordare investiture (Ibidem, p. 61). Antonio morì nel 1387: a lui succedettero i figli Secondino (scomparso senza prole) ed Alessandro (investito nel 1408 e morto nel 1430), che divise il feudo tra i quattro figli Giorgetto, Everardo, Ercole e Antonio, dal quale discese la stirpe che abitò il castello di Costigliole all'inizio del XVI secolo, ovvero Gilardino (nipote di Antonio), investito nel 1504, e suo figlio Girolamo, investito nel 1533, ai quali potrebbero riferirsi le lapidi del Museo Civico.

Proprio nel 1533 Gian Francesco Asinari, conte di Camerano, intentò lite ai suddetti signori di Costigliole, per ottenere la metà del feudo che già sarebbe spettata all'avo Emanuele, ma dal momento che le sue ragioni non vennero accettate, tentò invano di impadronirsi del luogo con le armi; l'impresa riuscì a suo figlio Federico, che il 7 novembre 1549 cacciò per breve tempo i legittimi proprietari del castello di Costigliole, ma le liti continuarono fino all'estinzione della linea di Federico, avvenuta nel 1602 con la morte del figlio Gian Francesco.
Mallé L., 1965, p. 254,
Araldica astigiana, 2001, p. 29,
Viarengo P., Memorie su Loreto e Castigliole d'Asti, 1890, pp. 60, 66-67,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, pp. 95-100,
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 65-67