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Scultura
XVIII secolo fine
marmo di San Martino
0438/PM
Altezza: 60 cm, Larghezza: 47 cm, Profondità: 22 cm
stemma della famiglia Porporato di Pinerolo
stemma della famiglia Porporato di Pinerolo
L'opera fu acquistata dal museo per 30 lire il 28 novembre 1877 (quindi insieme con lo stemma dei Gozzani, 439/PM) e riferita alla prima metà del XVIII secolo (Inv. Generale n. 318; Inv. Particolare n. 90). Gaudenzio Claretta, menzionando lo stemma nel suo manoscritto conservato presso il Museo Civico, nel riferirlo ai Porporato di Pinerolo e Saluzzo, riportò le varianti del blasone registrate dal Franchi Verney (aquila semplice) e dal Della Chiesa (aquila bicipite, cfr. 1655, p. 77), quest'ultima condivisa dall'arma in museo (AMCAAT, ms. G. Claretta, 1896, p. 22). Mallé ne rilevò l'esecuzione accurata (1965, p. 262), un'osservazione che è valida per la cartella, ma non per il campo, caratterizzato dalla sproporzione dei quarti, le cui dimensioni nella parte inferiore sono ridotte a tal punto che le corone dell'aquila dell'ultimo quarto debordano nel secondo quarto (si osservi inoltre l'aquila sbilanciata del primo quarto).

Lo stemma appartiene alla famiglia Porporato, oriunda di Volvera e residente a Pinerolo, i cui esponenti furono marchesi di Sampeyre, Brossasco, Piasco e Venasca, signori di Bibiana, conti di Luserna San Giovanni e Garzigliana, signori di Miradolo e Roccapiatta, signori di Villarbasse (A. Manno, vol. XXII, p. 659); tuttavia nell'opera in questione mancano sia la corona sia eventuali titoli onorifici utili per individuare in modo più specifico il proprietario dello stemma. Tali indizi, insieme con la datazione dell'arma gentilizia alla fine del XVII secolo, contribuiscono ad ascrivere dubitativamente il blasone del museo a Gaspare Alessandro (Pinerolo, 3 febbraio 1636-ivi, giugno 1691), il quale consegnò l'arma nel 1686 e sposò a Pinerolo Margherita, figlia del conte Giandomenico Falcombello, erede di Alma (A. Manno, vol. XXII, p. 664); oppure, spingendoci molto più in là con la cronologia, il blasone potrebbe appartenere all'unico altro membro del casato privo di investiture e di titoli onorifici, ovvero il pronipote di Giovanni Angelo, Giuseppe Antonio Giovanni Gaetano (nato nel 1710 e morto a Torino il 21 ottobre 1774), che il 25 agosto 1749 sposò Eustachia (morta nel 1801), figlia del conte Leonardo Piossasco d'Airasca, vedova del conte Vittorio Trabucco di Castagneto (A. Manno, vol. XXII, p. 666).
Della Chiesa F. A., Fiori di Blasoneria per ornar la Corona di Savoia con i freggi della Nobiltà, 1655, p. 77,
Cigna-Santi V. A., Serie cronologica de' cavalieri dell'Ordine supremo di Savoia detto prima del Collare, indi della Santissima Nunziata, co' nomi, cognomi, titoli, e blasoni delle arme loro, 1786, p. 131,
Mallé L., 1965, p. 262,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, pp. 659, 664-666,
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Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 28-29