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Stemma
ca. 1474 - ca. 1474
terracotta dipinta
3499/C
Altezza: 110 cm, Larghezza: 81 cm, Profondità: 7,5 cm
stemma di Amedeo IX e Jolanda di Francia
Stemma di Amedeo IX e Jolanda di Francia. Scudo sabaudo sorretto da due leoni; sopra cimiero a testa di fiera alata, le iniziali e il motto. (E. Romanello 2000) Scudo inclinato da torneo di Savoia moderna (di rosso alla croce d'argento) timbrato da un elmo con svolazzi e cimato d'un ceffo di leone alato e sostenuto in basso da due leoncini. Ai lati del ceffo alato ricorrono le iniziali dei duchi di Savoia, Amedeo IX e Jolanda, legati da un doppio nodo d'amore (per il nodo Savoia si veda la scheda 267/PM). Sotto le iniziali dello stemma, diviso nei due campi, è il motto FERT (AMCAAT, M. Zucchi, s.d., p. 3), interpretato in diversi modi, tra i quali si ricordano il "Fert vincula dei" (L. Cibrario, 1840, p. IX) e la disposizione d'amore "ferisci" riferita ai Savoia nei tornei cavallereschi riportata dal Cognasso (F. Cognasso, 1971, p. 255).
(E. Romanello 2000) Proviene dal Castelvecchio di Testona e già proveniente dal Castello di Moncalieri.

L'oggetto giunse in museo con datazione al XV secolo (Inv. Generale n. 1764), poi precisata al 1474 circa (Inv. Particolare n. 2; l'Inventario Ceramiche propone invece il XVI secolo), per analogia con il 267/PM, proveniente anch'esso dal Castelvecchio di Testona, già nel Castello di Moncalieri. Curiosamente, pur essendo pervenuto al Museo Civico nel 1864, l'opera in esame non è menzionata nel manoscritto del Claretta sulla collezione di iscrizioni e stemmi notevoli del museo (1896), mentre compare la coeva lapide commemorativa 267/PM, arrivata nel 1876. È probabile che l'oggetto non fosse compreso nel percorso espositivo forse per le cattive condizioni di conservazione (l'assemblaggio delle quattro parti in cui lo stemma era originariamente spaccato potrebbe essere avvenuto in un momento successivo al 1896), oppure all'epoca della descrizione del Claretta l'opera potrebbe essersi ancora trovata nei depositi del museo, ed esposta magari per la prima volta in occasione della mostra sul Gotico e Rinascimento in Piemonte, nel 1939, dove l'oggetto fu collocato nella sezione dedicata alla storia politica del Piemonte dal XII al XVI secolo, appeso alla parete di fondo della terza sala, entro una cornice ed assemblato da graffe metalliche in evidenza (V. Viale, 1939, p. 15, tav. 217: si intravede sotto alla zampa del leone sinistro il numero di inventario 1764 a impressione su etichetta di carta rettangolare).

La lapide venne studiata dallo Zucchi nel saggio dattiloscritto, non datato, sugli stemmi sabaudi del Museo Civico d'Arte Antica di Torino (il contributo, per il riferimento nostalgico a "istituzioni e imperi distrutti dalla grande guerra europea", p. 7, si può tentativamente datare intorno al 1915-1918): l'autore sottilinea l'analogia tra il blasone del museo e quello usato in un primo tempo dal conte Amedeo V in un diploma del 1328, CONTINUA IN ANNOTAZIONI
Cibrario L. - Promis D. C., Sigilli de' principi di Savoia, 1834, pp. 142, 152-159,
Cibrario L., Status et ordonnances du très noble ordre de l'Annonciade précédés d'une notice historique du meme ordre et suivis du catalogue des chevaliers, 1840, p. IX,
Mallé L., Le sculture del Museo Civico d'Arte Antica, 1965, p. 136,
Viale V., Un dipinto del Pannini con la veduta orientale del Castello di Rivoli secondo il progetto di Filippo Juvarra, 1950-1951, p. 15,
Romanello E., Gotico sulle vie di Francia. Plasticatore piemontese. Circa 1474, 2002, pp.110-111, n. 20,
Frizzi A., Borgo e Castello medioevali in Torino, 1894, pp. 232-233,
Nigra C., "Rassegna mensile municipale Torino". A proposito delle terracotte ornamentali del Museo Civico di Torino, 1935, n. 3, p. 28,
Cerri M. G., La "Casa del Conte Verde". Storie figure e suggestioni di un'architettura da rivivere, 1999, pp. 51-52,
Donato G., Torino fra Medioevo e Rinascimento. Dai catasti al paesaggio urbano e rurale. Immagini del medioevo Torinese fra memoria e conservazione, 1993, p. 308,
Romanello E., Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali. scheda 232, 2006, n. 232 p. 452,
Cognasso F., I Savoia, 1971, p. 255,
Museo Civico di Torino - Sezione Arte Antica, 1905,
Romano G., La Sacra di San Michele. Storia Arte Restauri, 1990, p. 140-141