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Scultura
c. 1703
marmo
0469/PM
Altezza: 143 cm, Larghezza: 215 cm, Profondità: 25 cm
Stemma Romagnano di Pollenzo
Piazzoli Carlo
Stemma dei marchesi Romagnano di Pollenzo entro scudo a cartella, sostenuto da due pantere rampanti.
Proveniente dal castello di Virle, ma collocato in origine nel castello di Pollenzo.

Il grande stemma marmoreo fu donato dai fratelli Vercellone, gli stessi che avevano regalato nel 1876 il camino in marmo con stemma dei Romagnano (266/PM), proveniente da Pollenzo. L'ipotesi che lo stemma in questione provenga anch'esso da Pollenzo troverebbe conferma negli Atti di Visita del castello, datati 1756; il medesimo stemma pare che si possa individuare nel disegno di Nicolosino pubblicato nel 1824. Grazie alle ultime ricerche d'archivio condotte da Giuseppe Carità, è possibile attribuire l'opera allo scultore in marmo Carlo Piazzoli, il quale fu incaricato dell'esecuzione l'8 luglio 1703 da Giacomo Ludovico Romagnano di Pollenzo (succedette nel 1667 al padre Giorgio e morì celibe il 17 marzo 1720; fece eseguire diversi lavori al castello di Pollenzo tra il 1696 e il 1702): nel capitolato si legge infatti che l'artista si sarebbe impegnato ad eseguire il portale del castello di Pollenzo con tutti gli ornamenti in pietra, compresa "l'arma con suoi abbellimenti e tigri" (Carità). Una quindicina d'anni dopo al castello vennero eseguiti alcuni lavori che interessarono anche lo stemma della facciata: in una vertenza del 1754 il figlio del capomastro ricordò come, all'epoca di tali interventi, sorsero delle questioni tra il marchese Giacomo Ludovico e il piccapietre Cerruto, in quanto questi non aveva fatto pure in marmo la coda dei due "leoni" marmorei posti sopra l'arco della porta del castello a sorreggere l'arma dei Romagnano (Brussino, Molino, 2003, p. 106). Le riparazioni dello stemma, resesi necessarie intorno al 1720, lasciarono quindi in vista la struttura in ferro della coda delle pantere, visibile ancora oggi.

Il grande stemma in marmo, che ai tempi del Claretta era collocato nella grande galleria dell'antica sede del Museo Civico (Claretta, 1896, p. 8), risente fortemente dello stile del XVII secolo; la cartella, che presenta uno schema ancora simmetrico, è arricchita da elementi che movimentano la tipologia consueta tramite rami di palma che traggono origine dalla voluta inferiore. L'autore dello stemma potrebbe essere identificato con il Carlo Piazzoli che il 15 maggio 1724 si impegnò ad eseguire, assieme al fratello Giovanni Antonio, tre altari in marmo per la cappella di Sant'Uberto nel castello di Venaria Reale, su disegno di Juvarra (Gianazzo di Pamparato, 1888, p. 35). Sebbene l'incarico prevedesse la lavorazione di tutti i materiali lapidei, comprese le sculture, queste furono affidate al carrarese Giovanni Baratta, a causa forse dell'abilità non eccezionale dei Piazzoli, come emergerebbe dalla relazione di collaudo di Juvarra del 14 dicembre 1726. Se davvero il Carlo Piazzoli attivo a Venaria fosse identificabile con l'omonimo autore dello stemma del castello di Pollenzo, si giustificherebbe in parte il livello non eccelso dell'opera.
Della Chiesa F. A., Fiori di Blasoneria per ornar la Corona di Savoia con i freggi della Nobiltà, 1655, p. 80,
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