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XVIII - XIX sec. d.C.
vetro
1047/PM
Altezza: 26 mm., Larghezza: 21 mm., Spessore: 5 mm.
Testa di Gorgone.
Bottega dei Regi Archivi
manifattura italiana
Forma ovale. Colore giallastro. Taglio piano-parallelo. Molatura meccanica del piano posteriore, il cui bordo inferiore è sceggiato. Smussatura regolare degli spigoli. Alcuni punti sono iridescenti. Ricavato a stampo e rifinito a mano libera (soprattutto i capelli). Tracce di smeriglio ferrifero e tracce di gesso, forse utilizzato per ricavare un calco in positivo (?). Testa di Gorgone: Testa con orecchino di profilo a sinistra. Capelli lunghi, anguicriniti, a ciocche ora sottili ora più spesse a libera disposizione sia sul capo sia alla nuca. Volto idealizzato, dai tratti molto regolari. Naso dal profilo "alla greca". Arcata a margine inferiore netto sull'orbita con occhio allungato. Ampia guancia e ampia mandibola. Labbra carnose. Mento arrotondato. Orecchio nascosto dalla folta chioma, dalla quale spunta un orecchino a pendaglio allungato. Stile naturalistico, con echi neoclassici. Originale di discreta fattura a rilievo moderatamente alto. Produzione seriale.
Di questa raffigurazione, a volte variata in alcuni minimi dettagli, sono note numerosissime versioni, soprattutto databili al Settecento e all'Ottocento. L'opera originale è un intaglio antico, eseguito da Solon, un incisore greco della prima età imperiale, di cui quasi sempre si riproduce la sigla ovvero la firma anche sulle copie di età posteriore. Il tipo iconografico è poi divenuto assai noto con il nome di "Medusa Strozzi", venendo adottato come sigillo della cd. "Società dei dilettanti" (per questo aspetto in particolare, cf. Harcourt Smith, C., The Society of Dilettanti. Its regalia and Pictures, London, 1932, 22).

L'intaglio che generalmente si considera come l'originale è ora al British Museum (Walters, H. B., Catalogue of the engraved Gems and Cameos Greek, Etruscan and Roman in the British Museum, London, 1926, n. 1829). Una copia in pasta vitrea è ad es. conservata al Gabinetto Numismatico dell'Accademia di Romania di Bucarest (inv. 28) (Gramatopol, M., Les pierres gravées du Cabinet Numismatique de l’Académie Roumaine, Collection Latomus, 138, Bruxelles, 1974, 100, n. 81, Tav. XXXVIII). Ma un calco, forse del lavoro di Pichler o comunque dello stesso perido, è pure conservato nella Collezione Cades (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi aperti alla consultazione degli studiosi nella Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, 251 - 52, 63:43 - 44), mentre una copia in selce è al Fitzwilliam Museum di Cambridge (inv. PER.88M) (Henig, M., Classical Gems. Ancient and Modern Intaglios and Cameos in the Fitzwilliam Museum Cambridge, con testi di D. Scarisbrick e M. Whiting, Fitzwilliam Museum IV, Cambridge University Press, Cambridge, 1994, 339, n. 712).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009