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XIX sec. d.C.
ferro
0981/PM
Altezza: 29,5 mm., Larghezza: 25 mm., Spessore: 2,5 mm.
Testa di Gorgone
Bottega dei Regi Archivi
Forma ovale. Piano posteriore con segni del punzone che ricalcano il volto sulla superficie lavorata. Battuta su un punzone e lavorata a cesello. Testa di Gorgone: Testa anguicrinita di profilo a sinistra. Capelli lunghi, a ciocche libere lunghe e ondulate, alternate a ciocche anguiformi sul capo, sulla fronte e lungo il collo. Volto dai tratti estremamente regolari, caratterizzato dal naso a profilo diritto (cd. "alla greca") e dall'arcata netta sull'occhio di forma triangolare. Labbra carnose. Mandibola ben staccata dal lungo collo. Nell'esergo, dietro alla nuca, iscrizione in greco: dal basso verso l'alto, SOLON[OY?]. Stile di tipo naturalistico caratterizzato da un modellato dosato ad alto rilievo, con buona capacità descrittiva dei dettagli (si vedano soprattutto i capelli). Opera di tipo seriale.
Di questa raffigurazione, a volte variata in alcuni minimi dettagli, sono note numerosissime versioni, soprattutto databili al Settecento e all'Ottocento. L'opera originale è un intaglio antico, eseguito da Solon, un incisore greco della prima età imperiale, di cui quasi sempre si riproduce la sigla ovvero la firma anche sulle copie di età posteriore. Il tipo iconografico è poi divenuto assai noto con il nome di "Medusa Strozzi", venendo adottato come sigillo della cd. "Società dei dilettanti" (per questo aspetto in particolare, cf. Harcourt Smith, C., The Society of Dilettanti. Its regalia and Pictures, London, 1932, 22).

L'intaglio che generalmente si considera come l'originale è ora al British Museum (Walters, H. B., Catalogue of the engraved Gems and Cameos Greek, Etruscan and Roman in the British Museum, London, 1926, n. 1829). Una copia in pasta vitrea, sulla quale il soggetto è speculare rispetto al ns. poiché la pasta è tratta a stampo, è ad es. conservata al Gabinetto Numismatico dell'Accademia di Romania di Bucarest (inv. 28) (Gramatopol, M., Les pierres gravées du Cabinet Numismatique de l’Académie Roumaine, Collection Latomus, 138, Bruxelles, 1974, 100, n. 81, Tav. XXXVIII). Ma un calco, forse del lavoro di Pichler o comunque dello stesso perido, è pure conservato nella Collezione Cades (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi aperti alla consultazione degli studiosi nella Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma, 251 - 52, 63:43 - 44), mentre una copia in selce è al Fitzwilliam Museum di Cambridge (inv. PER.88M) (Henig, M., Classical Gems. Ancient and Modern Intaglios and Cameos in the Fitzwilliam Museum Cambridge, con testi di D. Scarisbrick e M. Whiting, Fitzwilliam Museum IV, Cambridge University Press, Cambridge, 1994, 339, n. 712
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009