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Incerta
calcedonio-corniola
0741/PM
Altezza: 18,1 mm., Larghezza: 15 mm., Spessore: 4 mm.
Testa di imperatore
Bottega dei Regi Archivi
arte svizzera
Forma della pietra ovale. Pietra di colore arancio, a taglio piano-convesso. Taglio a lama metallica. Molatura meccanica del piano posteriore con sfaccettatura irregolare della superficie. Venature della pietra. Intaglio a tecnica mista: le forme del volto e del collo, unitamente alla corona d'alloro, sono ottenuti con mola a disco (come evidenziano i solchi longitudinali paralleli e regolari); i capelli e il profilo sono eseguiti a mano libera. Testa di imperatore: Testa imberbe con corona d'alloro e diadema di profilo a sinistra. Capelli corti a spesse ciocche simmetriche sia sulla calotta sia alla nuca. Grande corona d'alloro di due file di foglie. Arcata sopraorbitale spessa. Occhio molto piccolo tra palpebre sottili. Naso molto corto, a profilo diritto e pinna tagliente orizzontale. Labbra spesse e parallele. Grande mento prominente. Collo taurino, a scollo modulato. I capi di un diadema ricadono ondulati lungo il collo. Stile lineare, schematico. Esecuzione di qualità assai mediocre.
La fisionomia del volto del personaggio raffigurato sembra ricondurre a un ritratto dell'imperatore Vitellio (15 - 69 d.C.) o a un lavoro ispirato ai suoi ritratti monetali (cf. ad es. Hurter Mani, S., Kaiser Roms im Münzporträt, Sammlung Götz Grabert, Stuttgart, 2003, 22 - 23), così come sembrano contribuire a un inquadramento dell'opera in età flavia anche la resa dei capelli e della spessa corona d'alloro. Ma cf. anche con la testa di un imperatore - forse Claudio (10 - 54 d.C.) - su un intaglio in diaspro verde di cui si conserva un calco nella Collezione Cades (Impronte gemmarie della Collezione Cades, Calchi di intagli e cammei dall’Antichità agli inizi del XIX secolo d.C., raccolti forse a partire dalla fine del XVIII secolo da Alessandro Cades (1734 – 1809), incisore in Roma, conservati in 78 Volumi, ovvero raccoglitori a doppio scomparto, con copia fotostatica e originale del regesto scritto a mano, incompleto per gli ultimi 3 Volumi, aperti alla consultazione degli studiosi nella Biblioteca dell’Istituto Archeologico Germanico di Roma (175, 38:377), considerato antico.

Tuttavia, le tecniche di lavorazione sembrano piuttosto compatibili con una datazione dell'opera ad epoca relativamente recente; inoltre non sembra possa trattarsi tracce di rilavorazione.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009