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Cammeo
XIX sec. d.C.
0753/PM
Altezza: 33 mm., Larghezza: 19,5 mm., Spessore: 6 mm.
Testa di imperatore.
Bottega dei Regi Archivi
Pietra (?) calcarea o stampo in gesso, sagomato a rilievo, di colore avorio. Piano posteriore sbozzato, regolarizzato con mola a disco e coperto da bitume (?). Esecuzione a mano libera. Falla sulla guancia con tracce di smeriglio ferrifero. Testa di imperatore: Testa imberbe laureata di profilo a destra. Foglie della corona allungate. Capelli a ciocche spesse e frangia sulla fronte. Naso lievemente a sella, con spessa pinna modulata. Orbita profonda con palpebre spesse e bulbo oculare allungato. Zigomo rilevato. Grande orecchio a spesso contorno. Guancia piena. Labbra asciutte e serrate. Mandibola un po' cadente verso il mento, piccolo e arrotondato. Lungo collo dal muscolo sternocleidomastoideo plasticamente evidenziato. Stile di tipo realistico. Buona dosatura del modellato. Intaglio medio. Alto rilievo.
Si tratta di un lavoro eseguito contestualmente ad altre sette teste di imperatori romani, con le quali condivide oltre allo stile, anche il meteriale di supporto e la concezione generale: 806/PM, 771/PM, 763/PM, 761/PM, 794/PM, 795/PM, 752/PM. Stilisticamente analogo anche a 777/PM, la quale non ha corona d'alloro e raffigura una testa maschile.Questa serie di teste imperiali trova confronto con la produzione soprattutto ottocentesca, ma già rinascimentale, di cammei in vario materiale: in particolar modo, i ns. lavori si ispirano a una serie di ritratti in onice legati in spille auree e conservati al Kunsthistorischen Museum di Vienna (unico inv. 1194), del XVI sec. d.C. (Eichler F., Kris, E., Die Kameen in Kunsthistorischen Museum, Publikationen aus den Kunsthistorischen Sammlungen in Wien, II, Wien, 1927, 161, n. 357 - 368, Tav. 53). Ma un confronto tipologico deve essere fatto anche con la serie di 12 cammei in calcedonio, i quali hanno qualche analogia stilistica con i ns. per la resa delle corone d'alloro ma non del modellato, alla Staatliche Münzsammlung di Monaco (inv. 1029 - 1040), databili grossomodo al 1800 (Weber, I. S., Geschnittene Steine des 18. bis zum 20. Jahrhunderts. Vergessene Kostbarkeiten in der Staatlische Münzsammlung München, München, 1995, 73 - 77, n. 64 - 75). Infine, per lo stile nervoso della muscolatura e per la resa espressiva del volto, esse sembrano ispirarsi anche ad alcuni lavori del XVII sec. d.C., come ad es. un ritratto di Domiziano su cammeo in calcedonio nella Collezione Manheimer-Schrank, ora alla Staatliche Münzsammlung (inv. 1308), forse da attribuire a una bottega italiana (Ead., 1992, 138 - 39, n. 142), oppure a un ritratto di Claudio su cammeo in lapislazzuli di analogo periodo e produzione, sempre alla Staatliche Münzsammlung (inv. 781) (ibid., 146, n. 157). Per il materiale utilizzato, esse sembrano però da datare ad epoca appena più recente, e cioè al XIX sec. d.C.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009