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prima metà XIV sec. d.C. (tra 1339 e 1349?)
calcedonio
0732/PM
Altezza: 30 mm., Larghezza: 25 mm., Spessore: 2,5 mm.
Testa di Luchino Visconti (1292 - 1349)
Bottega dei Regi Archivi
Forma della pietra ovale. Pietra di colore giallo oro, a taglio piano-parallelo. Taglio a lama metallica. Molatura meccanica (a disco) e lucidatura del piano posteriore, con smussatura estremamente regolare degli spigoli al bordo, il quale è interessato da una falla (di lavorazione?). Intaglio a tecnica mista: a mano libera con punta finissima per il pennacchio; con trapano a punta sferica per le borchie dell'elmo, la pupilla incisa, la pinna nasale, le decorazioni della veste. Iscrizione incisa a mano libera. Tracce diffuse di smeriglio ferrifero. Testa di Luchino Visconti (1292 - 1349) Testa barbuta con elmo a celata e alto lophos teriomorfo, di profilo a destra. Elmo di tipo composito a celata sollevata sulla fronte, decorata a borchie, e fissata alla zona temporale da una cerniera a quattro perni; paragnatidi allungate a punta e fissate sotto al mento, con decorazione a croce latina ovvero gigliata; Alto lophos teriomorfo a protome di drago che divora un bambino; coppo a ventaglio; pennacchio gonfio e fluente lungo il collo. Profilo lineare, con naso appuntito a contorno rilevato e piccolo occhio a pupilla incisa tra palpebre sottili. Labbra cortissime. Folta barba appuntita in basso, a ciocche simmetriche. Gorgiera di un'armatura a borchie o blusa a bottoni molto accollata, a "girocollo". Busto a margine inferiore ondulato. A margine del campo figurato, come sull'esergo di una moneta, iscrizione in caratteri latini: - a destra, dall'alto in basso: LUCHINUS - a sinistra, dal basso in alto: VICE COMES. Stile lineare, dal modellato a basso rilievo ma dalla minuta descrizione dei dettagli. Intaglio fine.
Luchino Visconti, figlio di Matteo I e Bonacossa Borri, viene ricordato soprattutto come grande condottiero. Condusse campagne militari in Italia settentrionale e, segnatamente, in Piemonte durante tutto l'arco della sua vita. Nel 1339 assunse la Signoria di Milano, forse in correggenza con Giovanni Visconti. Sull'intaglio in oggetto egli è appunto raffigurato in armi, ovvero con l'elmo sul capo, fregiato anche dei simboli che ricorrono sulle sue emissioni monetali, cioè il drago che divora il bambino (sul lophos teriomorfo) e, forse, la croce gigliata (possibilmente incisa sulle paragnatidi), che ricorre sul dritto dei fiorini coniati a Milano (ibid.).

Il parallelo iconografico istituito con le emissioni monetali sembra valido anche dal punto di vista stilistico, poiché l'intaglio si caratterizza per un modellato poco sensitivo, un intaglio fine e una certa linearità del tratto, e dal punto di vista tipologico, poiché l'iscrizione sulla pietra, analoga agli acronimi monetali, si dispone nel campo figurato proprio come all'esergo di una moneta. Il lavoro potrebbe dunque ispirarsi a un tipo monetale o a una medaglia. L'esame delle tecniche di lavorazione non fornisce informazioni più dettagliate.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009