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XVI - XVII sec. d.C. (lavorazione della pietra)
corniola; oro
0595/PM
Altezza: 11,5 mm., Altezza: 14 mm., Diametro: 19 mm. max, Larghezza: 11 mm., Larghezza: 13,5 mm., Spessore: 4,8 mm., Spessore: 3 mm.
Testa di putto
Forma della pietra subcircolare. Pietra di colore arancione. Taglio piano-parallelo a lama metallica. Molatura meccanica (?) del piano posteriore il quale è leggermente concavo e lucidato successivamente alla molatura. Frattura del bordo posteriore con tracce di smeriglio ferrifero. Tecnica di intaglio e scultura mista: a mano libera e con trapano a punta sferica per i corti boccoli; a mano libera per il modellato del volto; con trapano a punta sferica per le pupille e le narici. Il contorno delle orbite potrebbe essere stato accennato con un trapano a punta sferica molto grande o con una mola a disco e successivamente rifinito a mano. Superficie modellata non lucidata e non rifinita in alcuni punti; piano di fondo lucidato. Tracce sparse di smeriglio ferrifero. Legata in anello aureo con castone quasi circolare a giorno, a sezione troncoconica e bordo esterno piatto. Verga a fascia semplice, spessa da 1 a 2,5 mm, ispessita al castone. Testa di putto: Testa di 3/4 a destra. Capo tondeggiante, impercettibilmente inclinato in basso a destra. Capelli a boccoli molto corti, eseguiti in serie e regolarmente disposti sul capo, quasi a formare un motivo a losanghe. Fronte assai ampia. Orbite oculari tondeggianti, interamente occupate dai bulbi oculari a pupilla incisa, racchiusi tra palpebre molto spesse. Naso corto e schiacciato, dalla punta arrotondata. Guance abbondanti. Piccolo mento tondeggiante rilevato sul gonfio sottomento. Orecchio destro a spesso contorno e lobo allungato. Stile naturalistico per il volto, più schematico per i capelli che ripetono serialmente lo stesso prototipo di boccolo. Il rilievo è generalmente alto (la parte modellata si stacca per ca. 4 mm dal piano di fondo), ma alcune parti anatomiche, come ad es. il naso e le labbra, sono praticamente prive di corpo. La tecnica di intaglio è un po' rigida.
Per il modellato ad altissimo rilievo e per le analogie individuate con un esemplare a Firenze, sembra opportuna una datazione del cammeo in oggetto al Rinascimento. L'esame delle tecniche di lavorazione non fornisce indicazioni più precise al riguardo.

Si tratta di riproduzioni di cammei di periodo ellenistico-romano, come ad es. un cammeo in calcedonio conservato in una collezione privata e datato al II sec. a.C. (Vollenweider, M. L., 1984, Deliciae Leonis, Antike geschnittene Steine und Ringe aus einer Privatsammlung, Mainz am Rhein, 166, n. 282).
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009