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II sec. d.C. (lavorazione della pietra)
Crisopazio (?); oro
0574/PM
Altezza: 11 mm., Altezza: 166,5 mm., Diametro: 16 mm. max, Larghezza: 7 mm., Larghezza: 14 mm., Spessore: 3 mm., Spessore: 4 mm.
Testa di Serapide
arte piemontese
Forma della pietra ovale (?). Pietra di colore verde. Taglio piano-parallelo a lama metallica. Molatura a disco del piano posteriore, come dimostrano i solchi longitudinali ad andamento parallelo. Lunga crepa obliqua sul piano posteriore, forse riempita di bitume (?). Intaglio a tecnica mista: a mano libera per i capelli sulla calotta, la quale è ottenuta prima dell'esecuzione dei capelli con la progressiva asportazione (a mano?) della pietra, come mostrato dai microglifi irregolarmente disposti lungo il bordo; con trapano a punta sferica per le ciocche della barba e dei capelli alla nuca; a mano libera con punta sferica per il profilo, con punta viva per il panneggio; il modio è eseguito con trapano a punta sferica e a mano libera. Lucidatura interna selettiva del volto. Legata in anello con castone a giorno a sezione troncopiramidale dal bordo esterno ottagonale e dal bordo interno a cornice ovale verticale. Verga a fascia, spessa da 1 a 9 mm, allargata al castone. Testa di Serapide: Testa barbuta con diadema e modio di profilo a destra. Anastolè frontale, con gonfia corona di capelli e ciocche appiattite sulla calotta da un sottile diadema; capelli più fluenti alla nuca. Sulla fronte, basso modio. Sottile sopracciglio lungo sino alla tempia; orbita triangolare, interamente occupata dal bulbo oculare a pupilla incisa, relativamente poco rilevato; palpebra inferiore spessa, modulata sullo zigomo. Grande naso a profilo diritto e radice incavata, con pinna tagliente, appena incurvata. Corte labbra appena dischiuse. Folta barba piuttosto compatta, a tre serie longitudinali di corte ciocche. Collo panneggiato. Stile naturalistico, caratterizzato da un tipo d'esecuzione piuttosto corrente. La sensibilità del modellato non è eccesiva, ma vi è una certa attenzione alla descrizione dei dettagli (come ad es. il modio).
La rosa dei confronti individuati contribuisce a fornire una datazione al II sec. d.C. per l'intaglio in oggetto; le tecniche di lavorazione sembrano compatibili con una datazione antica.

Più problematica sembra invece la dazione dell'anello, che trova confronti con analoghe montature datate a vari periodi, anche se la datazione al XIX sec. d.C. sembra la più probabile.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009