Page loading...
Calice
1789
argento cesellato, argento dorato
0319/A
Diametro: 9,2 cm diametro orlo, Altezza: 31,2 cm, Larghezza: 14,6 cm
tralci d'uva; fascio di spighe di grano; putti; aquila sabauda; teste di cherubino
Boucheron Giovan Battista
Base circolare poggiante su quattro piedi a greca sormontati da ghirlande con tralci d'uva. Il fusto ha la foggia di un fascio di spighe, allusive all'Eucaristia, dal quale emergono tre putti che reggono il nodo. Quest'ultimo è costituito da tre capitelli compositi intercalati da cartelle rocaille con l'aquila incoronata sabauda, la data 1789 e le iniziali "C. E.". Sulla coppa, poggiante su una nuvola, è raffigurata la colomba dello Spirito Santo al centro di una corona di angeli.
Il pezzo, di eccezionale perizia tecnica e raffinatezza di motivi, è privo di punzoni poiché Giovanni Battista Boucheron ne era esentato nella sua qualità di direttore, dal 1776, delle Orfèvreries Royales. La sigla C.E. con l'aquila sabauda incisa sul nodo si riferisce probabilmente a Carlo Emanuele III, deceduto nel 1773, e il calice è considerato di conseguenza come eseguito in ricordo del sovrano.

Donato al Museo nel 1968 da Umberto di Savoia, è uno dei più importanti esempi di argenteria sacra piemontese del tardo Settecento. La complessa decorazione composta da festoni, ghirlande vegetali e motivi geometrizzanti alla greca, attesta l'aggiornamento di Boucheron al repertorio dell'avanguardia europea, in particolare al gusto Luigi XVI e alle fantasie di Piranesi, attraverso gli scambi con gli ornatisti impegnati a Torino a rinnovare il gusto decorativo delle residenze di corte: una cultura confluita nel manoscritto autografo dal titolo "Osservazioni pratiche sopra l'Eccellenza de' Lavori d'Oro, d'Argento e di qualunque altra sorta di metalli", siglato e datato 1788, ora alla Biblioteca Reale di Torino. Il calice va confrontato con una serie di lavori che Boucheron eseguì nello stesso periodo, tra cui una coppia candelieri in vermeil del Victoria & Albert Museum, datati 1783, un'altra coppia di candelieri nello stesso museo sostenuti da un disegno firmato (Milano, Raccolte Civiche Bertarelli) e due disegni firmati conservati in Museo.
Bargoni A., Mostra del Barocco piemontese. Argenti, 1963, v. III, p. 19,
Griseri A., Il Tesoro della Città, 1996, p. 135,
Gaglia P., Cultura figurativa e architettonica negli Stati del Re di Sardegna 1773 - 1861, 1980, v. I, p. 154,
Griseri A., Neoclassicismo in Italia da Tiepolo a Canova, 2002, p. 430,
Griseri A., Antologia di Belle Arti. Nuovi ducumenti Giovan Battista Boucheron e la sua bottega. Il Neoclassicismo., 1992, p. 73,
Mallé L., Palazzo Madama in Torino. Le collezioni d'arte, 1970, v. II, p. 412,
Fina G., L'argenteria torinese del Settecento, 2002, p. 51,
Rieder W., The age of Neoclassicisme, 1972, p. 837