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Vaso
XVI
vetro; metallo dorato
0036/VE
Altezza: 28,5 cm, Larghezza: 17,5 cm
alto vaso in vetro bianco, ovaliforme montato in metallo dorato su base conica con quattro fasce verticali traforate e due grandi anse, veneto.
A Firenze, volute da Cosimo I e sostenute dai suoi successori, nacquero delle officine vetrarie (Zecchin 1987-1990, vol. I, pp. 101-152), mentre una nutrita serie di fonti figurative qui attesta la diffusione di vetri con montature dorate: lo provano alcuni disegni della Bichierografia di Giovanni Maggi del 1604 (Heikamp 1986, p. 98, fig. 81), uno di Jacopo Ligozzi del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi (Charleston 1977, p. 128), ma anche dei dipinti di ambito fiorentino dove compaiono vasi e coppe in vetro verde con vistose montature dorate (Barovier Mentasti 2006; Tonini 2011). I prodotti vetrari delle botteghe granducali dovettero avere anche un discreto successo commerciale come documentano gli invii di vetri da Firenze a Madrid dal 1584 fino al terzo decennio del Seicento (Tonini 2011, p. 154), mentre recenti ritrovamenti archivistici orienterebbero l’attenzione anche verso Pisa dove lo stesso Cosimo I aveva voluto l’apertura di una fornace per la lavorazione del vetro (Krueger 2010). Il gruppo composto da questi vetri comprende per la maggior parte vasi, coppe, boccali, ampolline conservati in vari musei europei; un vaso in vetro bianco si trova presso il Museo Civico di Torino ed entrò a far parte delle collezioni per acquisto dello stesso D’Azeglio nel 1881 (36/VE, cfr. Mallè 1971, pp. 77-78, fig. 68). Come ha fatto notare Ingeborg Krueger, non tutti questi pezzi però possono dirsi realmente realizzati in pasta di piombo (Krueger 2010, p. 37).





La montatura in rame dorato è simile a quella di un vaso ornamentale del Seicento in vetro blu conservato al Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina (Napoli, Villa Floridiana) (cfr Attilia Dorigato, Vetri, Rinascimento e Barocco, Documenti d'Antiquariato, Novara 1985)

Grandi "vasi ad urna" con montatura metalliche venivano eseguiti a Firenze, in collaborazione tra orafi e vetrai (cfr, S.Pettenati in M.di Macco, G. Romano (a cura di), Diana Trionfatrice, Arte di corte nel Piemonte del Seicento, scheda n. 189, p. 174.
Museo Civico di Torino. Sezione arte antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della direzione del Museo, 1905,
Mallé L., Vetri-Vetrate-Giade, Cristalli di rocca e Pietre dure, 1971, pp. 77-78,
Emanuele d'Azeglio. Il collezionismo come passione, 2016, 78