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Medaglione
c. 1395
vetro dipinto e dorato
0253/VD
Altezza: 9,5 cm, Larghezza: 12 cm
Vergine allattante; angelo musicante
Vetro dipinto e dorato sul verso, con Vergine allattante e angelo musicante. La forma ovale è casuale, essendo la composizione ritagliata.
Il vetro aveva originariamente una forma differente, forse rettangolare; la composizione risulta infatti tagliata: si intravvedono solo le braccia del cherubino dorato che sorregge la corona da sinistra, una piccola parte del nimbo del personaggio posto di fianco al trono e oggi completamente scomparso, ed è stato ipotizzato che anche la Vergine fosse in origine rappresentata a figura intera. Esso fa parte della ricchissima raccolta di vetri dipinti e vetri a oro graffiti dal XIV al XVIII secolo (che conta 174 pezzi), donata al Museo Civico di Torino da Emanuele Tapparelli d’Azeglio nel 1890, ma già depositata in museo dal 1877.

L’impianto iconografico della scena, con la Madonna in trono che allatta il Bambino affiancata da uno o più angeli, è particolarmente diffuso nella miniatura parigina e fiamminga dal 1380 al 1420 circa, con piccole variazioni (la presenza di cherubini che incoronano la Vergine, quella di figure secondarie, la tipologia dei fondi, la decorazione del trono): tra gli esempi più illustri, in ordine cronologico, si ricordano la Vergine allattante con figura di devoto (Simon de Cramaud ?) nelle Très Belles Heures de Notre Dame de Jean de Berry in Museo (1380 ca., 467/M, f. 120), attribuita al “Maître du Parement de Narbonne”/Jean d’Orléans attivo a Parigi dal 1360 al 1410; la Madonna in trono col Bambino, angeli reggiscudo e due angeli musicanti nelle Heures du maréchal Boucicaut (1408, Parigi, Musée Jacquemard André, ms. 2, f. 46 v.), un codice realizzato a Parigi dal cosiddetto “Maître de Boucicaut” nel periodo in cui Jean II le Meingre sire di Boucicaut era governatore di Genova; la Madonna allattante tra angeli musicanti nelle Belles Heures de Jean de Berry dei Limbourg (Parigi 1408-1409, New York, The Metropolitan Museum of Art, Cloisters Collection, ms. 54.1.1, f. 157 v.); e la Madonna col Bambino e angeli musicanti nelle Heures dette di “Joseph Bonaparte” (Parigi, 1415 ca., Parigi, Bibliothèque nationale de France, Lat. 10538, f. ), ancora del “Maître de Boucicaut”. È opinione di Sterling (1977) che tutti questi artisti – compreso l’autore del vetro d’Azeglio – si siano basati su un prototipo celebre di questa iconografia, forse un dipinto su tavola prodotto in Borgogna intorno al 1390. Il maestro all’opera sul vetro del Museo si mostra sensibile a influssi stilistici di varia origine: la capigliatura serpeggiante, a boccoli, della Vergine e dell’angelo si riallaccia alla tradizione della miniatura parigina di metà Trecento, da Pucelle e Jean le Noir fino a Jean de Bruges, mentre la raffigurazione realistica del bambino, nudo, con le guance piene, i capelli biondi ramati, rimanda all’ambiente fiammingo e a quell’interesse per la riproduzione attenta di caratteri somatici, fisionomie e personalità, tipica dei tanti pittori e miniatori originari dei Paesi Bassi scesi a lavorare a Parigi e a Digione a partire dal terzo quarto del XIV secolo. Ciò consente di ipotizzare che l’autore del vetro in Museo fosse attivo nel ducato di Borgogna, dove circolavano modelli di entrambe queste culture figurative, negli anni in cui dominavano la scena artistica Jean de Beaumertz (documentato da 1376 al 1396) e Jean Malouel (1395-1415).
Bretz S., Hagnau C., Hahn O., Ranz H.J., Research into medieval reverse painted glass objects at the Museo Civico d'Arte Antica in Turin, 2011,
Toesca P., Vetri italiani a oro con graffiti del XIV e XV secolo, 1908, p. 251 e nota 1,
L. Mallé, Palazzo Madama in Torino, 1970, p. 339,
Sterling C., Un Nouveau Tableau bourguignon et les Limbourg, 1977, pp. 428-429,
Pettenati S., Giacomo Jaquerio e il Gotico internazionale, pp. 291-292,
Pettenati S., I vetri dorati graffiti e i vetri dipinti, 1978, p. 77,
Castronovo S., Corti e città, 2006, p. 99,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 163