Al Piano Terra, nella Sala Acaia, viene presentata al pubblico un'esposizione sul tema della tavola tra Medioevo e Rinascimento. Come il precedente allestimento sugli oggetti sacri, anche questo affronta temi legati al quotidiano, raccontati attraverso le opere del Museo. Si comincia dalla semplice tavola medievale, con stoviglie in ceramica graffita provenienti dagli scavi condotti a Palazzo Madama nel 1884. Si prosegue con le sontuose tavole del Rinascimento, dove, sullo sfondo di una tovaglia ricamata con motti d'amore, trovavano spazio raffinati vetri di Murano e splendenti ceramiche decorate a lustro o maiolicate, fabbricate in Spagna, a Faenza, a Urbino. Tra queste, una fiasca appartenuta a un servizio creato per il connestabile di Francia Anne de Montmorency. Si conclude con il trionfo, sulle tavole di tutta Europa, dei ‘bianchi' di Faenza, maioliche rivestite da uno spesso strato di smalto arricchito di stagno, color bianco latte, e decorate con pochi colori (il giallo antimonio e il blu cobalto) in modo rapido e leggero. Tra gli oggetti esposti, bacili, versatoi, coppe traforate e un grande rinfrescatoio a navicella per bottiglie e bicchieri. Il tema dell'arte della tavola è stato scelto anche in vista della mostra sui servizi da tavola degli Zar provenienti dalle collezioni dell'Ermitage, mostra che sarà allestita dal 1° dicembre 2009 al 14 febbraio 2010 nella Sala del Senato.
Infine, al Secondo Piano, torna nella Sala delle Ceramiche un orologio di Ferdinand Barbedienne (1810-1892), famoso bronzista parigino dell'Ottocento, non più esposto al pubblico dal 1988 e recentemente restaurato grazie al contributo di molti visitatori del Museo e ai proventi derivati dalla vendita al Bookshop dei libri della collana "Arte in Piemonte" della Fondazione CRT. L'orologio (una pendola da camino) proviene dalla collezione del marchese Emanuele d'Azeglio, donata al Museo nel 1874. E' decorato con le figure di Lorenzo il Magnifico, in bronzo, e della Notte e dell'Aurora, in porcellana Ginori di Doccia, tratte dalle celebri sculture di Michelangelo che ornano le Cappelle medicee a Firenze. Le due statue, reimpiegate nel montaggio voluto dal d'Azeglio, sono di particolare interesse in quanto risalenti al primo periodo della manifattura Ginori (1753 ca.). Alla pendola verrà dedicato un appuntamento di Ora d'Arte, il ciclo di incontri settimanali curato dai conservatori del Museo.