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metà XVIII sec. d.C.
corniola
0920/PM
Altezza: 13 mm., Larghezza: 10 mm., Spessore: 2 mm.
Busto di Alessandro Tassoni (1565 - 1635)
Bottega dei Regi Archivi
Forma della pietra ovale. Pietra di colore arancione, a taglio piano-parallelo. Molatura meccanica e lucidatura del piano posteriore. Smussatura estremamente regolare degli spigoli. Intaglio a tecnica mista. I volumi del volto e del collo sono ottenuti con un trapano a punta sferica larga; il profilo, i capelli e la barba sono rifiniti con trapano a rotella. Tracce diffuse di smeriglio ferrifero. Lucidatura selettiva interna del volto. Busto di Alessandro Tassoni (1565 - 1635): Busto barbuto con mantella (?) di profilo a sinistra. Fronte alta e stempiata. Capelli lunghi, a ciocche fluenti sulle tempie e alla nuca. Profilo lineare caratterizzato dal folto sopracciglio spiovente e dall'orbita triangolare, quasi delimitata dalle palpebre lineari unite a ogiva. Naso corto e appuntito. Folto baffo fluente in basso nella barba compatta e appuntita. Mantella o soprabito accollato dal bavero rivolto. Stile lineare, di tipo corsivo. Intaglio medio.
Unitamente al cammeo di cui si conservano i calchi, il ns. intaglio è una delle repliche di una cera di G. Antonio Santarelli, ora conservata al Museo del Bargello di Firenze (Casarosa Guadagni, 1981, 40, n. 9), col ritratto di Alessandro Tassoni. L'opera ha inoltre analogie stilistiche con una corniola al Museo Archeologico di Bari (inv. P.38), considerato un lavoro moderno (Tamma, G., Le gemme del Museo Archeologico di Bari, Adrias, 3, Bari, 1991, 102, n. 209). Il personaggio è invece abbigliato secondo la voga del XVII sec. d.C., come ad es. il busto maschile su una corniola al Museo dell'Istitito di Archeologia dell'Università di Pavia (Inv. 82/271) (Ambaglio, D., Boffo, L., Gabba, E., Tomaselli, C., Gemme e anelli. Iscrizioni, Museo dell’Istituto di Archeologia, Materiali, 3, Fonti e Studi per la storia dell’Università di Pavia, Milano, 1987 113, G46).

Giovanni Antonio Santarelli (1758 - 1826), incisore, scultore e medaglista fu attivo a Roma e Firenze ed ebbe legami con la famiglia Pichler.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009