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dopo XVI sec. d.C. (lavorazione della pietra e montatura)
lapislazzuli, oro
1000/PM
Altezza: 24,5 mm., Altezza: 27,3 mm., Diametro: 15 mm. max, Larghezza: 18,2 mm., Larghezza: 20,5 mm., Spessore: 6,5 mm., Spessore: 4,5 mm.
Busto di Satiriskòs
arte greca
Forma della pietra ovale. Pietra di colore blu, a taglio convesso-parallelo. Tracce di microglifi irregolarmente disposti sul piano posteriore, forse sbozzato a mano e poi lucidato. Sulla superficie, scritto con inchiostro ocra, è presente il n. 448 (?). Modellato a scalpellino, bulino, trapano a punta sferica (cf. le pupille e una fossetta sulla guancia destra) e trapano tubolare (?), cf. alcuni riccioli. Lucidatura selettiva del volto. Superficie figurata scheggiata, forse durante la lavorazione, con tracce esigue di smeriglio ferrifero. Legata in un castone semplice a giorno, unito da 6 piccoli ganci regolarmente disposti sul bordo ad un anello aureo con castone ovale a giorno indistinto dalla verga a fascia, allargata alle estremità (spessa da 2 a 7,5 mm ca.). Busto di Satiriskòs: Busto ammantato con corna paniche e corona di pampini di 3/4 a destra. Capelli lunghi a ciocche ondulate, interamente coperti dalla grandissima corona di pampini a foglie di vite, tralci e grappoli, e visibili solo sulle spalle. Grandi corna paniche con vello schematico a puntini in sequenza alla base. Arcate sopraorbitali e occhi piuttosto regolari, i bulbi un po' allungati con la pupilla incisa (lo sguardo in alto?). Naso corto a punta larga e narici dilatate. Zigomi gonfi e rilevati sulle guancie molto gonfie e paffute. Labbra carnose, socchiuse in un'espressione sorridente o ebbra. Gonfio e pingue sottomento a icorniciare un piccolo mento arrotondato. Collo molto corto dalle pieghe della pelle ben evidenziate. Veste dall'ampio panneggio un po' schematico scollata sul petto. L'orecchio destro viene sommariamente descritto al di sotto della corona di pampini e si caratterizza per il lobo allungato Stile di tipo naturalistico, caratterizzato da un modellato plastico, a volte dosato a volte più energico ad altissimo rilievo. Capacità descrittiva molto buona, anche se a un esame approfondito alcuni dettagli sono realizzati serialmente.
Il ns. cammeo è senza dubbio la copia, rinascimentale o post-rinascimentale, di un gran cammeo legato in elaborata montatura ora forse conservato al Cabinet des Medailles di Parigi e datato al Rinascimento (Babelon, E., La gravure sur pierres fines, camées et intailles, Bibliothèque de l’einsegnement des Beaux-Arts, M. Jules Comte (a cura di), Paris, 1894, 275, fig. 190). Potrebbe però trattarsi anche di due versioni contemporanee o quasi contemporanee di uno stesso cartone iconografico molto più antico. L'esame delle tracce di lavorazione non fornisce ulteriori indicazioni al riguardo.
Collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Cammei, intagli e paste vitree, 2009,
A.A. V.V., Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia., 2016, 348