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Coro di Staffarda
Coro di Staffarda
Anno
1520 - 1530
Materiali
legno di noce scolpito; legni di restauro: rovere; pioppo; noce; noce antico riutilizzato; conifera; cartone; metallo
Inventario
1778/L/1
Definizione
stallo di coro
Artisti
Ditta Fratelli Ferraria (1932)
Ambito culturale
Fiandre (?)
Descrizione
parte del complesso del coro proveniente dall'abbazia di Staffarda, composto da: residenza liturgica a tre seggi e baldacchino (cfr. 1778/L/2); due gruppi di stalli, composto ciascuno da tre stalli maggiori e tre minori e da fiancate basse ornate con figure a tutto tondo e a rilievo (cfr. 1778/L/3 e 1778/L/4); due gruppi angolari simmetrici, composti ciascuno da cinque stalli maggiori ed elementi di stalli minori (cfr. 1778/L/5) e 1778/L/6); quattro grandi fiancate traforate ed ornate, aventi ciascuna per soggetto rispettivamente: l'albero di Jesse (cfr. 1778/L/7); scene della vita di Maria (cfr. 1778/L/8); candelabra rinascimentale (albero della vita (?), cfr. 1778/L/9); albero allegorico (albero della morte (?). cfr. 1778/L/10); due fiancate minori ornate l'una con un delfino (cfr. 1778/L/11) e l'altra con un drago (cfr. 1778/L/12); due seggi di stalli minori isolati (cfr.1778/L/13)
Notizie Storico-Critiche
Gli stalli del coro attualmente a palazzo Madama, provengono, insieme a quelli conservati nella chiesa parrocchiale di Pollenzo (Cuneo), dall'abbazia cistercense di Staffarda; originariamente erano collocati all'interno della chiesa abbaziale, entro il recinto del coro posto al dilà dello jubè, ed erano disposti su due file lungo le pareti longitudinali della zona presbiteriale (ciascuna fila coomposta da un rango di stalli maggiori con baldacchino e da uno di stalli minori). Presumibilmente in epoca postridentina, gli stalli furono trasferiti dietro l'altare, subendo una nuova sistemazione su tre lati contigui, tale da rendere adatto l'insieme al nuovo spazio dell'area absidale. Nel 1846, per disposizione di re Carlo Alberto, parte degli stalli fu trasferita nella chiesa parrocchiale di Pollenzo e qui sistemata su impianto semicircolare, ad opera dell'ebanista Gabriele Capello. Le strutture non utilizzate a Pollenzo furono depositate presso il Palazzo Reale di torino e quindi cedute, nel 1871, dall'Amministrazione della Lista Civile al Museo Civico d'Arte Antica di Torino (per l'allestimento a parete nella sede del Museo in Via Gaudenzio Ferrari, si veda: Museo Civico di Torino, 1905, Tav. E.O.). Nel 1932 il Museo incaricò la ditta "Fratelli Ferraria" del restauro del coro di Staffarda, in vista della collocazionenella Sala del pianterreno occupante la manica nord di Palazzo Madama (attuale sala Staffarda): un restauro pesantemente integrativo (furono realizzati ex-novo sedili, braccioli e pedane degli stalli), che secondo le intenzioni dell'allora direttore Vittorio Viale, mirava a ricostruire l'originaria fisionomia del coro di Staffarda secondo l'ottica dei musei "ambientati" di quegli anni. Cfr. Annotazioni
Bibliografia
Cottino E., Inventario topografico del Museo Civico di Arte Antica, 1988,
Gentile G., L'abbazia di Staffarda e l'iradiazione cistercense nel Piemonte meridionale, a cura della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo, storia e storiografia, XXI.. Orizzonti europei del gusto di un abate commendatario, 1999, pp. 347-367,
Rolando Perino G., Relazione d'accompagnamento ai rilievi del coro di Staffarda: analisi dei restauri e del sistema costruttivo (dattiloscritto presso l'archivio fotografico dei Musei Civici di Torino), 2002,
Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della Direzione del Museo, 1905
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