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Pace
Pace
Anno
inizi XVI secolo
Materiali
Avorio, ampie tracce di doratura e di policromia
Inventario
0131/AV
Dimensioni
Altezza: 17,1 cm, Larghezza: 10,8 cm, Profondità: 7,4 cm
Soggetto
Crocifissione
Descrizione
La Pace presenta la forma di una tavoletta ricurva centinata. Una maniglia fissata nella parte posteriore permette d’impugnarla o di posarla su un piano. Lo spessore è decorato da un tralcio ondulato; un tralcio analogo ma più fittamente punteggiato da fiori stilizzati, dipinto e profilato da un cordone dorato, orna il bordo sulla faccia posteriore. La superficie delimitata dal cordone è dipinta ad ariosi girali, in parte conservati solo sotto forma di ombra lasciata dalla policromia ormai perduta. La fronte è incorniciata da un arco trilobo ribassato ornato da fioroni, sostenuto da due colonne a nodo mediano ornate da una rete di rombi entro cui sono inscritti gigli araldici. Sotto l’arco è scolpita un’affollata Crocifissione.
Notizie Storico-Critiche
L'opera acquistata con altri 16 avori da P. Accorsi (1940) faceva parte della collezione Trivulzio.
La pace ha suscitato l’imbarazzo della critica: Luigi Mallé esitava tra un’origine tedesca e una veneta, ipotizzando la provenienza da una bottega forse veronese suggestionata da «spunti austriaci e svevi». Thomas Richter, più verosimilmente, suggeriva un’origine nella Francia settentrionale e una datazione verso il 1480-1490, ma sentiva il bisogno di cautelarsi evocando, benché per scartarla poi immediatamente, la possibilità di una falsificazione. La soluzione è stata fornita di recente da Catherine Yvard che, in un saggio di prossima pubblicazione, ha mostrato che anche questa scena, come quella della pace con la Natività (cat. 54), è copiata fin nei minimi dettagli e con poche varianti da un’incisione del Maestro delle Très Petites Heures d’Anna di Bretagna che appartiene al ciclo di 14 immagini inventato per il libro d’ore pubblicato a Parigi il 22 agosto 1496 dallo stampatore Philippe Pigouchet per l’editore Simon Vostre (Nettekoven 2004, pp. 89-90, 120, figg. 158-176). Il ciclo è stato ripreso in altre due edizioni di libri d’ore edite da Vostre, più riccamente illustrate, uscite nell’agosto e nel settembre 1498. Anche quest’invenzione ebbe un’ampia circolazione, non solo in numerosi libri d’ore editi fino al primo Cinque- cento (Nettekoven 2004, pp. 90-94).
L’intagliatore della pace torinese si è direttamente ispirato alla Crocifissione del maestro parigino, di cui riprende l’impaginazione, le pose dei personaggi, ma anche il dettaglio delle gambe spezzate dei ladroni. Le modifiche sono minime: la soppressione del paesaggio con Gerusalemme sullo sfondo, certamente per ragioni di semplicità e di leggibilità, o l’aggiunta di un secondo cavaliere e del cranio di Adamo. Anche l’ornato delle colonne viene da un modello inciso: lo si trova per esempio sulle colonne dell’incornicia- tura della Crocifissione in un libro d’ore stampato da Pigouchet per Vostre nel 1491-1492, le cui illustrazioni sono state attribuite al Maestro delle Grandes Heures Royales (Tenschert, Nettekoven 2003, vol. I, pp. 18-21).
Bibliografia
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, p. 319
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