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Decorazione con motivi verticali e a “S”

    Decorazione con motivi verticali e a “S”
    1600 - 1624
    pelle; raso ricamato; paillettes; granato
    1824/T
    Altezza: 40 cm, Larghezza: 31,5 cm
    guanto
    Guanto pelle ricamo / Glove leather embroidery
    Guanto in pelle di capretto con il taglio delle dita che si allunga sul dorso finendo in tre linee verticale. È decorato con piccoli motivi ad "S", presenti sulle dita, sul dorso e sul palmo, disposti in teorie parallele o raggruppati per formare rombi o stelle. Le cuciture sono rifinite con un taglio ondulato. Manopola in raso da cinque di seta nera ricamato a punto steso in oro filato (anima in seta ecru) canutiglia dorata, argento filato (anima in seta ecru), canutiglia argentata, paillettes dorare e pietre (granato?). Sullo sfondo si stagliano fiori stilizzati, forse una coppia di gigli posti fra un tulipano, inseriti entro incorniciature mistilinee, fra le quali si ergono altri fiori alternativamente a palmetta e a ventaglio, posti entro cornici a tutto sesto, che eseguono la merlatura dell’orlo, campiti da una linea sinuosa che corre fra paillettes. Lo stesso tema corre lungo il lato inferiore della manopola, foderata in taffetas di seta ecru, applicata su una controfodera rigida. Il pezzo è rifinito da cordoncini in oro filato ed è chiuso, lateralmente, da un bottone sferico in oro filato.
    Il manufatto è il frutto di un montaggio arbitrario, eseguito precedentemente il suo arrivo presso il Museo, di due distinte opere cronologicamente prossime, come suggerisce in particolare la grossolana cucitura che unisce, lungo la linea del polso, la manopola al guanto. Il guanto appare confrontabile con quelli, simili nel decoro a fustella, del Museo Stibbert di Firenze (R. Orsi Landini (a cura di), L'Abito per il corpo il Corpo per l'abito. Islam e Occidente a confronto, catalogo della mostra, Firenze 1998, p. 82, scheda n. 29 di R. Orsi Landini), datati al 1600-1630, ove si ritrova il gusto per minuti decori curvilinei che formano disegni geometrici. Una ricerca di preziosi dettagli che, nel pezzo in esame, si estende anche al rifinire le cuciture con una linea ondulata. La manopola aderisce alla nuova grammatica ornamentale che contraddistingue i primi decenni del XVII secolo, torno di anni duranti i quali gli elementi ornamentali sono riletti in forme più dinamiche e mosse e vengono esaltate le loro valenze decorative. Una datazione confermata dal raffronto con un pannello in velluto ricamato del Museo del tessuto di Prato (n. inv. 81.01.171), ascritto all'Italia e datato alla prima metà del Seicento (T. Boccherini (a cura di), Il Museo del Tessuto di Prato, Ginevra, Milano 1999) e con il guanto indossato da Richard Sackville, ritratto nel 1613 da William Larkin (J. Ashelford, The Art of Dress. Clothes and Society 1500-1914, Londra 2002, p. 62, fig. 45). La provenienza antiquariale del manufatto, unitamente alla diffusione di modelli e opere, rende particolarmente difficoltosa l'attribuzione ad un determinata manifatture: sia il guanto che la manopola sono da ricondurre ad un centro prestigioso che poteva vantare una lunga tradizione, come dovevano essere le botteghe attive in Italia specializzate nella lavorazione della pelle (P. Ventura, Cuoio e pellicce, in in C. M. Belfanti, F. Giusberti (a cura di), Storia d'Italia. Annali 19. La moda, Torino 2003, pp. 467-467) e nel ricamo.
    Tessuti, ricami, merletti. Opere scelte, 2008, pp. 77-78,
    A. Fassone, P. Petitti, R. Leone, E. Panero, G. Urciuoli, C. Maritano, G. Couderc, M. Vecchiattini, O. Quiquempois, Profumo. Origini, storie, collezioni., 2018