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1565 - 1580
ferro sbalzato e cesellato, ageminato in oro e argento
0662/F
Altezza: 43,5 cm, Larghezza: 32 cm, Altezza: 34 cm, Larghezza: 32 cm, Larghezza: 33 cm, Larghezza: 34 cm, Larghezza: 43,5 cm, Larghezza: 43 cm c.
episodi di storia romana (?)
Le quattro lastre rettangolari (due di forma più spiccatamente rettangolari e due più vicine al quadrato) in ferro sbalzato, cesellato e ageminato, recano raffigurazioni istoriate non identificabili, forse episodi di storia romana.
Le quattro grandi placche provengono dalle collezioni reali dei Savoia.

La tecnica esecutiva, di alta qualità, prevede ampio uso dell’agemina in oro e argento – procedimento decorativo per incrostazione che consentiva di inserire, sottili fili in metalli preziosi sulla lastra di base, all’interno di piccoli solchi appositamente predisposti.

Il dato stilistico avvicina questi manufatti alla produzione delle rinomate botteghe lombarde della seconda metà del Cinquecento, da cui uscirono sia armature da pompa, sia preziose agemine destinate al mobilio, come probabilmente queste placche, forse in origine applicate su uno stipo.

Difficile decifrare i soggetti delle quattro scene – forse episodi di storia romana – che in apparenza non sembrano connotate da consequenzialità e reciproco nesso; in ogni caso il sontuoso repertorio antiquariale, alimentato dai fregi della Colonna Traiana circolanti attraverso l'interpretazione grafica di Cornelis Cort, rimanda alle radici del classicismo lombardo di Mantova e, in seguito, di Fontainebleau.
Pedrini A., Il ferro battuto, sbalzato e cesellato nell'arte italiana. Dal secolo undicesimo al secolo diciottesimo, 1929, pp. 226-27,
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 78,
Donato G., Il Tesoro della Città. Opere d'arte e oggetti preziosi da Palazzo Madama, 1996, p. 66,
Boccalatte P. E., Le arti di Vulcano. Qualche oggetto "giusto et garbeggiato" dalle collezioni del Museo Civico di Torino, 2008, pp. 109-123,
Palazzo Madama. Guida, 2011, pp. 150-151,
Boccalatte P. E., Fabbri e ferri. Italia, XII-XVI secolo, 2013, p. 18 e nota 156