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Fiasca
1500 - 1599
vetro
0123/VE
Altezza: 31,1 cm, Larghezza: 15,5 cm, Profondità: 11 cm
Fiasca blu con piede circolare, nodo, corpo circolare appiattito, collo a tronco di cono rovesciato. Sulla parte superiore del corpo sono innestate le anse a conchiglia; il collo è arricchito da un festoncino che gli gira intorno. La superficie del pezzo è ricoperta da una decorazione a palmette in positivo e in negativo, graffita a punta di diamante. Tracce di doratura sulle anse e nelle specchiature centrali rettangolari, dove è ancora appena leggibile la presenza di un medaglione ovale perlato racchiudente un busto di guerriero raffigurato di profilo.
La fiasca proviene dalle collezioni dell'imprenditore e industriale Riccardo Gualino raccolte nel castello di Cereseto; in seguito al fallimento di Gualino, le opere d'arte e le suppellettili furono in gran parte confiscate dalla Banca d'Italia. Essa fu venduto al Museo dall'antiquario Pietro Accorsi nel 1933, insieme con altri 31 vetri di Murano che non risultano dagli elenchi della liquidazione, ma la cui provenienza da Cereseto si può desumere dalle fotografie d’epoca; prima ancora si trovava nella collezione Sangiorgi di Roma.

La foggia della fiasca è quella detta da pellegrino, impreziosita da incisioni eseguite a punta di diamante e da dorature che spiccavano mirabilmente sul blu profondo del vetro. Il graffito è una delle tecniche decorative più efficaci del cristallo veneziano, introdotta a Murano da Vincenzo d'Angelo, che nel 1549 ottenne un privilegio per la sua "maniera di lavorare de intaglio sopra i vetri".
Mallé L., Vetri-Vetrate-Giade, Cristalli di rocca e Pietre dure, 1971, pp. 54-56,
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Morazzoni G., Quattro secoli di storia vetraria al Civico Museo di Torino, 1939,
Barovier Mentasti R., Il vetro veneziano, 1988