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Calice con coperchio
1730 - 1740
vetro inciso e molato
0066/VE
Altezza: 23 cm, Diametro: 8,7 cm
Mercurio; navi; carrozza
Calice con piede a disco, fusto a balaustro sfaccettato, coppa troncoconica con 16 costolature appena accennate, fuoriuscente da una corolla, coperchio con pomolo terminale sfaccettato. La decorazione incisa comprende elaborati cartigli includenti, da un lato, due navi e dall'altro una carrozza trainata da quattro cavalli, alternati alla figura di Mercurio e a quella di un corriere a cavallo con il corno postale. Il coperchio presenta su un lato un semplice tralcio vegetale.
La produzione vetraria di epoca barocca in Boemia e Slesia (fino al 1742 sotto la dominazione boema) è rinomata sia per la qualità del suo materiale, a base di potassio e di calcio, che si avvicina alla purezza del cristallo di rocca, sia per la bellezza della decorazione intagliata e incisa. I soggetti ricorrenti sono scene mitologiche e allegoriche, vedute, stemmi e grottesche, queste ultime ispirate alle incisioni di Jean Bérain e degli ornemantistes della sua cerchia. Alla diffusione di questi vetri, spesso eseguiti su commissione o appositamente per il mercato estero, contribuì in modo determinante la fitta rete di traffici marittimi che collegava il nord della Germania con l'Inghilterra e l'Olanda, da dove le merci raggiungevano la penisola iberica e da lì le colonie sudamericane.

Le raffigurazioni incise sul calice di Palazzo Madama, due vascelli con le vele spiegate e la figura di Mercurio, dio degli affari, su un lato, e una carrozza carica di bagagli sull'altra, alludono ai traffici commerciali: un simile repertorio caratterizza una produzione di calici esportati soprattutto nei Paesi Bassi e destinati a essere offerti in dono appunto nell'ambito commerciale. Se ne conservano esemplari analoghi, tra gli altri, al Castello Sforzesco di Milano e al Kunstmuseum di Düsseldorf, provenienti dalla Boemia o dalla Slesia (cfr. Glassway. Les salles du verre. De l'Antiquité à nos jours, catalogo della mostra di Aosta, a cura di Barovier Mentasti R., Miollo R., Framarin P. et al., Milano 2002, pp. 72-73, nn. 12-13).

Le strette analogie formali con un calice datato circa 1740 e attribuito a Christian Gottfried Schneider, attivo a Warmbrunn, consentono di precisare la provenienza dalla Slesia (cfr. Bonhams, Londra, asta 21958, 26.11.2014, lotto n. 93).

Per altri confronti si vedano: Edles altes Glas: Die Sammlung Heinrich Heine - im Gläserkabinett des Badischen Landesmuseums Karlsruhe, Karlsruhe 1977, pp. 49-51, nn. 68-71; C. MOSEL, Glas. Mittelalter-Biedermeier. Sammlungskataloge Kestner-Museums Hannover, I, Hannover 1979, pp. 126-127, nn. 177-178; D. KLEIN, W. LLOYD, Storia del vetro, Novara 1984, p. 116.
Mallé L., Vetri-Vetrate-Giade, Cristalli di rocca e Pietre dure, 1971, p. 103