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Motivo della melagrana
Motivo della melagrana
Anno
ultimo quarto XV sec. (corpo) - XVIII sec. ? (maniche)
Materiali
Corpo: velluto di seta tagliato operato ad un corpo lanciato bouclé (allucciolato); maniche: velluto di seta tagliato ad un corpo.
Inventario
1842/T
Dimensioni
Altezza: 113 cm, Larghezza: 119 cm
Definizione
dalmatica
Soggetto
Paramento liturgico seta velluto / Liturgical garment silk velvet
Descrizione
Velluto tagliato operato ad un corpo lanciato bouclé: fondo realizzato da ordito di fondo in seta crema, ordito di pelo in seta rossa, trama di fondo in seta crema, trama supplementare lanciata in oro filato (anima in seta bianca). Sul fondo illuminato dalle trame supplementari metalliche si snoda un tronco dall'andamento sinuoso. Su di esso si innestano una palmetta polilobata, contornata da fiori a cinque petali e racchiudente una melograna, e un motivo a calice, da cui si diparte una coppia di rami, intorno ai quali si avviluppano foglie lanceolate, che trattengono fiori d’acanto, rose Tudor e infiorescenze di melograno. Tale velluto è impiegato per il corpo della veste, mentre le maniche sono confezionate con velluto tagliato ad un corpo. Un gallone a fascia (altezza 2,7 cm), con ordito e trama di fondo in seta gialla e trama supplementare in oro filato (anima in seta crema), che crea un motivo a scacchiera, rifinisce le colonne, le maniche e lo scollo. Lungo il bordo corre una frangia (altezza 2,5cm) in seta rossa, con testa decorata da orditi supplementari in oro filato (anima in seta crema). Fodera in tela di cotone rosso.
Notizie Storico-Critiche
La dalmatica venne confezionata, impiegando del "velluto controtagliato" proveniente da due dalmatiche e una pianeta, già facente parte dell'arredo liturgico della chiesa di San Prospero di Reggio Emilia, dalla ditta Guglielmo Ghidini, una fra le manifatture più prestigiose del panorama tessile piemontese, attiva dal 1865 al 1956, che inoltre fornisce anche il "gallore oro sistema a scacchi" e "frangia in seta rossa pesante con filetti oro nella lisiera" (AAC, 1886, 5 novembre 1886). Il velluto del corpo appare riconducibile alla tipologia decorativa erroneamente definita "a griccia" (R. Orsi Landini, All'origine della produzione moderna: il differenziasi della produzione per abbigliamento e arredamento nei velluti fra Cinque e Seicento, in A. Zanni, M. Bellezza Rosina, M. Ghirardi (a cura di), Velluti e Moda tra XV e XVII secolo, catalogo della mostra, Milano 1999, p. 19) che contraddistingue la produzione tessile del XV secolo. Il maestoso disegno che contraddistingue la dalmatica appare identico a quello del parato della Badia Fiorentina, datato dalla critica intorno al 1470-1480 (D. Liscia Bemporad, A. Guidotti (a cura di), Un parato della Badia fiorentina, Firenze 1981), ma sicuramente tale disegno, indistintamente impiegato per l'arredo, l'abbigliamento e la Chiesa, dovette essere prodotto per un più ampio arco cronologico ed ancora nel Seicento vi erano tessitori in grado di realizzare il ricco drappo (D. Liscia Bemporad, Un parato della Badia fiorentina , in D. Liscia Bemporad, A. Guidotti (a cura di), Un parato della Badia fiorentina, Firenze 1981, pp. 38-48). La scelta di trame molto grosse e una certa sinteticità nella resa dell'allucciolato fa presupporre, come ha suggerito Orsi Landini, che il tessuto fosse stato ideato per l'arredamento, successivamente riadattato, secondo una consuetudine assai diffusa, in ambito ecclesiastico. Appare realizzato con un telaio al tiro anche il velluto tagliato impiegato per le maniche
Bibliografia
Tessuti, ricami, merletti. Opere scelte, 2008, pp. 26-28,
Erculei R., Tessuti e merletti, 1887, p. 66,
Guida all'esposizione eucaristica di Orvieto. scheda n. 1, 1896, p. 7/ scheda n. 1,
Congresso eucaristico ed Esposizione di Arte Sacra Antica in Orvieto, 1897, p. 357
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