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Gioiello
XVI secolo seconda metà
oro; smalto; corallo; perle
0002/ORI
Altezza: 5,5 cm, Larghezza: 4 cm, Spessore: 1,5 cm
navicella
Gioiello in oro e corallo, a forma di navicella, con attrezzi e uomini in oro e smalto traslucido; la carena e l'albero di trinchetto sono in corallo; tre marinai sono in oro cesellato, e smaltato; la prua e la poppa sono finestre cesellate e smaltate; l'albero di mezzana è in oro con tre perle (2 piccole, 1 più grande sulla sommità). Basamento in legno.
Quello che un tempo si riteneva essere un gioiello lombardo del Cinquecento è oggi invece riconosciuto come opera di una manifattura trapanese, raro esemplare proveniente dalle raccolte dei duchi di Savoia. Il piccolo pendente, di pochi centimetri d’altezza, è realizzato con materiali preziosi: la carena e l’albero di trinchetto sono in corallo scolpito, i marinai sono in oro e smalto verde, rosso, bianco e blu come i castelli di prua e di poppa, l’albero di mezzana è in oro con tre perle. Il corallo, presente nella mitologia come nell’immaginario popolare per le sue presunte virtù scaramantiche e taumaturgiche, era usato frequentemente, fin dal medioevo, per gli ornamenti e in particolare per i pendenti. La lavorazione del corallo a Trapani, già ricordata da alcuni viaggiatori arabi nel XII secolo, è caratterizzata dall'unione con altri materiali, dal rame dorato agli smalti policromi, preferibilmente bianchi e blu. Questi ultimi sono tipici anche dell'oreficeria e compaiono infatti sul nostro pendente, ove la pasta vitrea è interrota da tondini aurei sul bianco e bianchi sul blu. La produzione aulica di monili a forma di veliero, sia pendenti sia orecchini, è diffusa nell'area mediterranea dal XVI alla metà del XVII secolo e continua in Sicilia fino al XVIII secolo.
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Pettenati S., Il Tesoro della Città, 1996, p. 86,
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