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Dipinto
1675
olio su tela
1
Altezza: 191,2 cm., Larghezza: 134,8 cm., Altezza: 204 cm con cornice, Larghezza: 147 cm con cornice
ritratto di Vittorio Amedeo II
Mignard Paul
fabbrica di Vinovo
Ritratto di Vittorio Amedeo II
Paul Mignard, figlio di Nicolas e nipote di Pierre, fu nominato membro dell'Accademia di Parigi nel 1672; tra il 1670 e il 1674 lavorò alla corte di Baviera e soggiornò a lungo in Inghilterra prima di recarsi a Lione. Le notizie pubblicate da Vesme consentono di precisare meglio i termini del suo arrivo a Torino. Proveniente da Monaco, dove lavorava alla corte di Adelaide Enrichetta di Savoia, per la quale eseguì, nel 1673, i ritratti di famiglia destinati a Carlo Emanuele II. Adelaide lo raccomandò al fratello e alla cognata Giovanna Battista per ottenere i ritratti della corte sabauda e in particolare quello del nipote Vittorio Amedeo II. Partito da Monaco nel 1674, M. sostò a Milano per eseguire il ritratto della marchesa Cristina Paleotti; all'inizio del giugno 1675 approda finalmente a Torino, poco prima della morte di Carlo Emanuele II. Nell'agosto dello stesso anno, tuttavia, risulta in partenza per la Francia. Il dipinto ritrae Vittorio Amedeo II in piedi , contro un tendaggio sollevato da un cordone dorato che scopre una veduta della città di Torino da levante . Il duca è raffigurato in piedi e vestito di una corrazza su cui spicca il medaglione dell'Ordine dell'Annunziata. Il breve soggiorno torinese di Paul Mignard coincide con i giorni dell'agonia e della morte di Carlo Emanuele II ( morto il 12 giugno) e della successione del figlio, all'età di nove anni, sotto la reggenza di Maria Giovanna Battista. La veduta urbana non corrisponde alla situazione di fatto dell'estate 1675. Il punto di vista da Est e dall'alto, esclude la veduta del fiume Po, mentre è dato per concluso e già cinto di mura il settore della città verso levante che a quella data non era che alle battute iniziali. Sono chiaramente distinguibili le cortine che racchiudono la Via nuova e le maniche che suddividono Piazza Castello. Confusa è invece la sagoma che corrisponde alla guglia della cupola della sindone , finita solamente nel 1682.

Il giovane duca , all'inizio della reggenza della madre che lo separa da quello che diventerà il suo regno, presenta, indicandolo con il bastone di comando a mo' di programma, il nuovo progetto di espansione urbana che eredita dal padre. La chiarezza con cui è delineato il profilo di Palazzo Madama potrebbe alludere all'importanza simbolica assunta dall'edificio nel periodo della reggenza di Giovanna Battista.

Cfr. annotazioni.
Baudi di Vesme A., Schede Vesme. L'arte in Piemonte, 1966,
Old Master Pictures, 17 dicembre 1999,
Careddu G., Castronovo S., Corrado F., Pagella E., Soffiantino M.P., Thellung C., Museo Civico d'arte Antica di Torino. Acquisti e doni 1971-2001, 2004, p. 134,
Vari, Medioevo Rinascimento Barocco Acquisti e doni 1996-2001. Museo Civico d'Arte Antica e Palazzo Madama, 2002, p. 7,
Arnaldi di Balme Clelia, Ritratti sabaudi e vedute torinesi. Da Giovanni Caracca e Carlo Bossoli. Paul Mignard, 2007, pp. 28-29,
Arnaldi di Balme C., Rois & Mécènes. La cour de Savoie et les formes du rococo (Turin 1730-1750), 2015, pp. 94-97