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S. Maurizio / coppia di stemmi
XV
marmo dorato; marmo; marmo dipinto
0423/PM
Altezza: 63 cm, Larghezza: 32,5 cm, Profondità: 13,4 cm
scultura
Marmo colorato e dorato. S. Maurizio nimbato con spada sulla destra, entro nicchia dalle colonne tortili concluse da pinnacoli costituiti da una coppia di stemmi; fastigio fitomorfo. (E. Romanello 2003) Stemma non individuato: di blu, allo scaglione di rosso, accompagnato in capo da 3 stelle di rosso, poste 1, 2, e in punta da una N rossa in carattere gotico. Gli stemmi di famiglie veneziane che si avvicinano maggiormente a quello in questione (pur con smalti diversi) appartengono alle famiglie Gravilli o Andrellini da Asolo, i cui membri fecero edificare la chiesa di San Pantaleone (BRT, ms. Storia Italiana 156, vol. I, s. n.): d'azzurro, allo scaglione d'oro, accompagnato in capo da 3 croci allineate. Lo stemma potrebbe riferirsi anche alla famiglia Querini: di rosso, con il capo caricato di 3 stelle allineate (BRT, ms. Storia Italiana 156, vol. I, s. n.), a volte con la lettera B o G nel campo (BRT, ms. Varia 724, fol. 5 v.), come si riscontra in Nomi, cognomi, età e blasoni, araldicamente descritti, e delineati de' veneti patrizi viventi e de' genitori loro defonti, con croce, e coll'anno, che morirono per il più segnati, matrimoni, e figli di essi nel libro d'oro registrati, compresi pure gli ecclesiastici etc., Venezia 1714, tav. 16, dove la famiglia Querini sfoggia uno stemma con il capo caricato di tre stelle e, in alternativa, la lettera B nel campo. Il casato Trevisan reca uno stemma lievemente differente: d'oro, allo scaglione palato, accompagnato in capo da 3 stelle, poste 1, 2, e in punta da 3 stelle, poste 1, 2 (Nomi, cognomi, età e blasoni, 1714, tav. 18). Molto simile allo stemma in esame è quello della famiglia Venezze di Padova: d'azzurro, al crescente montante d'argento, sormontato da 3 stelle d'oro, poste 1, 2 (BRT, P. Massara Previde, ms St. Patria 1073, p. 4). Tale emblema, confermato da G. B. Crollalanza (vol. III, 1888, p. 76), apparterrebbe ad una famiglia ascritta al consiglio nobile di Rovigo fin dal 1487, CONTINUA IN ANNOTAZIONI
(E. Romanello 2003). L'oggetto fu acquistato nel gennaio 1884 dall'antiquario Richetti di Venezia per 500 lire, come statuetta del XIV secolo, raffigurante San Maurizio (Inventario Generale, vol. II, p 254, inv. 2539; Inventario Pietre e Marmi, p. 256); in seguito la datazione venne posticipata alla prima metà del Quattrocento e fu proposto, per l'origine della statua, un ambito culturale veneto (Inventario Particolare, n. 159).

Si tratta di un'edicoletta dipinta in rosso e blu, nella quale due semicolonnette tortili reggono un basso arco a tutto sesto con due lobature laterali, sormontato da un tozzo fiorone e affiancato da bassi pinnacoli a nicchiette, chiuse da stemmi. Il martire guerriero, coronato da un'enorme aureola gialla, indossa un'armatura ricoperta da tunica ed ha una rigida posa frontale. La rozzezza dei particolari dell'edicola e l'anatomia non articolata del santo indicano uno spiccato accento popolare, notato già da Mallé. Questi considerava l'opera come frutto del lavoro di un figurinaio, probabilmente di qualche bottega del Veneto (data la provenienza dell'oggetto), della prima metà del XV secolo, come dimostrerebbero l'esecuzione e la coloritura, affini a quelle tipiche dei figurinai in terracotta (L. Mallé, 1965, p. 115). L'identificazione del martire guerriero con san Maurizio, asserita già nell'Inventario Generale, non è mai stata messa in discussione; in effetti gli attributi del santo del Museo Civico (armatura, spada, palma del martirio) concordano con l'iconografia tradizionale di san Maurizio, condottiero della Legione Tebea (G. Kaftal, 1978, p. 741), malgrado non si possa escludere l'identificazione con un altro martire guerriero, per esempio san Nereo (si veda l'iniziale "N" nello stemma del museo) o san Caio, dei quali si conservano le reliquie in San Zaccaria a Venezia (G. Kaftal, 1978, pp. 181, 761. CONTINUA IN ANNOTAZIONI
Mallé L., 1965, p. 115