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Trittico
1390-1410 circa
Legno, osso, in parte tinto in verde e in arancio, corno, ottone
0223/AV
Altezza: 108 cm, Larghezza: 13,5 cm, Lunghezza: 75 cm
Scene della vita e della passione di Cristo
Bottega di Baldassare Ubriachi
Il trittico poggia su un alto basamento svasato. Sopra una parte moderna ed una ornata da una cornice a meandro è inserita una fascia di rilievi in osso su cui sono scolpiti dei putti, nudi e alati, su un fondo di foglie di rosa; quelli al centro, genuflessi, sono affrontati e sorreggono due scudi. I fori di due chiodini in alto e in basso di ogni scudo e tracce di contatto con un metallo sugli scudi stessi indicano che delle placchette metalliche, recanti delle arme, verosimilmente smaltate, erano state applicate in questa sede. Al di sopra s’innalza una porzione svasata ornata da tarsie con stelle a sei punte inserite in esagoni intrecciati. Nel corpo centrale e nelle ali sono inserite undici scene cristologiche composte da placchette in osso scolpito, distribuite su tre registri. Le parti non occupate dai rilievi sono decorate da bande di tarsia in legno, osso, in parte tinto in verde e in arancio, e corno, e da filettature in osso. Tutte le scene sono albergate sotto archetti ribassati polilobati sostenuti da esili colonnine tortili. I pennacchi degli archi sono traforati da quadrilobi entro medaglioni cui sono accostati dei trilobi. La cuspide è profilata da una fascia di rilievi in osso con angeli abbigliati con ampie tuniche e raffigurati in volo su uno sfondo di foglie di rosa. Lungo il bordo esterno, la profilatura lignea moderna ha sostituito la decorazione primitiva che molto probabilmente era in osso e aveva la forma di gattoni rampanti.
Con le sue imponenti dimensioni l'altarolo si pone come elemento di raccordo tra gli altaroli portatili, destinati alla devozione privata, e la produzione di carattere monumentale della bottega fondata a Firenze da Baldassarre Embriachi. Grazie alla presenza dello scultore Giovanni di Jacopo, verso il 1370-1380 la bottega si specializzò nella produzione di oggetti in osso e avorio, trasferendosi poi a Venezia.

Per la ricercata composizione architettonica delle scene e la ricchezza della decorazione il trittico pare esulare dalla produzione corrente destinata al mercato, avvicinandosi piuttosto alle opere eseguite su committenza particolare, come il dossale d'altare commissionato sullo scorcio del Trecento da Gian Galeazzo Visconti per la Certosa di Pavia o il dossale d'altare offerto ai primi del Quattrocento dal duca Jean de Berry all'abbazia di Poissy, oggi al Louvre. Per l'impianto generale si può confrontare al trittico con storie dell'infanzia e della Passione di Cristo conservato al Musée de Cluny, acquistato dal duca di Borgogna Filippo l'Ardito per la Certosa di Champmol intorno al 1394.

La provenienza dalle raccolte sabaude, dove potrebbe essere entrato fin dai tempi di Amedeo VIII, attesta il successo incontrato da questa produzione presso le principali corti europee.



cfr. il Trittico del Tesoro nel duomo di Mildeshein; Michaela Burek, Dei Fiesole Altar in Danshatz in Mildeshein, Vutersu Chungeu zur Technologie veu Jatarsieu und Malerei des Quattrocento Stoccarda, 1989 e M. Burek, Fiesole Altarr, in Kirchenkunst des Mittelaters. Erhalteu und Erforschen, catalogo della mostra a cura di M. BRANDT, Mildeschein, 1989, catalogo n. 14, pagine 245/264

L'opera è stata studiata da Michele Tomasi nella tesi di laurea "Ex ebore subtilissime et artificiosissime sculta: ricerche sulla bottega degli Embriachi", pubblicata in "Monumenti d'avorio. I dossali degli Embriachi e i loro committenti", Edizioni della Normale, Pisa 2010.



"Confronti"

Strutturalmente il nostro trittico ha pochi confronti entro la produzione della bottega degli Embriachi, solo altri tre trittici a tre registri sono noti:

Uno, mutilo, in collezione privata (Cat. Londra 1981, pp. 200-201, n. 101)

Uno, lacunoso, nel Tesoro del duomo di Hildesheim (Burek 1989)

Uno oggi disperso, già in collezione Debruge-Duménil (Labarte 1847, p. 454, n. 148). Quello torinese è dunque l’unico ad essere ben conservato. Un eccezionale trittico a quattro registri è apparso recentemente sul mercato londinese (Sotheby's, 9 luglio 2015). A parte le pale d’altare monumentali, sono questi i soli trittici embriacheschi che misurano oltre un metro d’altezza, mentre i più grandi degli altri sono a due registri e si assestano attorno ai 50-60 centimetri (cfr. Tomasi 2010, pp. 90-96).
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 301-303,
Merlini E., Bottega degli Embriachi, 1991, pp. 47-62,
Thellung C., Il Tesoro della Città, 1996, p. 82,
Pagella E., Il Palazzo Madama. Museo Civico d'Arte Antica, 2008, p. 74,
Il Museo Civico di Arte Antica di Torino. Opere scelte, 2006, p. 67,
Gengaro M. L., La bottega degli Embriaghi: a proposito di opere ignote o poco note, pp. 226-227,
I tritici portatili della Bottega degli Embriaghi, 1991, pp. 56-57,
Tomasi M., Monumenti d'avorio. I dossali degli Embriachi e i loro committenti, 2010,
Palazzo Madama. Guida, 2011, p. 75,
A.A. V.V., Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia., 2016, 102,
Palazzo Madama. Guida breve, 2010, p. 47