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Pettine
c. 1360-1380
Avorio dipinto e dorato
0150/AV
Altezza: 12,1 cm, Larghezza: 15 cm, Profondità: 0,8 cm
Scene galanti
Il pettine intagliato in avorio è biconvesso e presenta una forma allungata. La costola centrale separa due file di denti, più fitti in alto (104) e più grossi in basso (41), infatti e affiancati da montanti verticali lisci. La fascia mediana è chiusa alle estremità da due lobi nei cui pennacchi sono inserite palmette stilizzate. Sulle due facce sono intagliate figure maschili e femminili entro un paesaggio stilizzato rappresentato da alberi dal lungo tronco spoglio coronato da un ventaglio di foglie lanceolate. Le superfici sono abbondantemente dorate e rilevate da tocchi di cinabro: alberi, capigliature, brodi e dettagli degli abiti, bocche sono così messi in rilievo. Gli sfondi sono animati da racemi in oro e cinabro. Non è chiaro se le scene scolpite abbiano un contenuto narrativo.
L'acquisizione lascia supporre una provenienza dalle collezioni sabaude.

Il soggetto galante non lascia dubbi sulla destinazione profana del pettine come strumento da toeletta; specchi e pettini a doppia fila di denti sono rappresentati con frequenza nelle miniature coeve, nelle scene cortesi o in mano a fanciulle e creature diverse nei bas-de-page.

Le figure intagliate con stile secco si susseguono quasi come fossero ritagliate e applicate sul fondo, secondo una modalità stilistica presente su pettini genericamente attribuiti all'Italia settentrionale, come gli esemplari della collezione Kofler-Truniger di Lucerna (S-27 e S-126) e alcuni del Victoria and Albert Museum di Londra (151/1879, 227/1867, 229/1867, 5607/1859), e su altri assegnati ad ambito lombardo o piemontese, come quelli del Liverpool Museum e della Walters Art Gallery di Baltimora, assegnati ad ambito lombardo o piemontese. Un frammento molto simile al nostro, raffigurante un uomo colpito da freccia, si conserva al Museo Nazionale di Ravenna.



“Confronti”

Pettine al Museo Nazionale del Bargello a Firenze (inv. 140C; Tomasi 2001b, pp. 18-19, n. l)

Un frammento di pettine al British Museum di Londra (inv. 1894,0518.29/30; Dalton 1909, p. 142, nn. 413-414)

Un pettine al Victoria and Albert Museum di Londra (inv. 151-1879; Williamson, Davies 2014, vol. II, pp. 618-619, n. 213 [P. Williamson])

Un frammento di pettine ai National Museums di Liverpool (inv. M 8051; Gibson 1994, pp. 100-102, n. 43)

Un frammento al Metropolitan Museum of Art di New York (inv. 17.190.244)

Un pettine nell’Ashmolean Museum di Oxford (inv. WA1947.191.224; Warren 2014, pp. 526-528, n. 152)

Un frammento inserito nella legatura di un manoscritto della Bibliothèqie nationale de France a Parigi (ms. NAF 10039; Cat. Parigi 20009a, p. 168, n. 67 [M.-P. Laffite])

Un pettine della collezione Kofler-Truniger (Schnitzler, Volbach, Bloch 1964, pp. 34-35, n. S127)

Un pettine in collezione privata, passato in vendita nel 2001 (Cat. New York-Londra 2001, n. 2)
Mallé L., Smalti e avori del Museo d'Arte Antica, 1969, pp. 300-301,
Thellung C., Il Tesoro della Città, 1996, p. 83,
Castronovo S., Arte in Piemonte. Il gotico. Castelli e arte di corte: i conti di Savoia e i principi d'Acaja, in, 2003, p. 80,
AA.VV., Carlo Magno va alla guerra. Le pitture del castello di Cruet e il Medioevo cavalleresco tra Italia e Francia, 2018,
Palazzo Madama. Guida, 2011, pp. 158-159,
A.A. V.V., Le meraviglie del mondo. Le collezioni di Carlo Emanuele I di Savoia., 2016, 350,
Museo Civico di Torino. Sezione Arte Antica. Cento tavole riproducenti circa 700 oggetti pubblicate per cura della Direzione del Museo, 1905,
Bardiès-Fronty I., Le bain et le miroir, 2009, pp. 187-188