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Scultura
Scultura
Anno
XVII secolo seconda metà
Materiali
marmo
Inventario
0450/PM
Dimensioni
Altezza: 70 cm, Larghezza: 68 cm, Profondità: 18 cm
Soggetto
Stemma dei conti San Martino di San Germano
Descrizione
Stemma dei conti San Martino di San Germano.
Notizie Storico-Critiche
La data di ingresso, prima ignorata (Inv. Generale n. 644), poi tentativamente ipotizzata tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 (Inv. Particolare n. 305), è stata solo di recente individuata nei documenti museali. Già Claretta, riconoscendo nello stemma le insegne degli ordini dei SS. Maurizio e Lazzaro e della SS. Annunziata, propose di riferirlo a Niccolò San Martino di Agliè, gran mastro della casa ducale morto nel 1614, oppure a Ludovico della stessa famiglia, grand'aio di Carlo Emanuele II, morto nel 1646, poiché, come lo studioso ammise, "molti furono i San Martino, ai quali appartiene senza fallo quello stemma, che furono ascritti a quell'Ordine [SS. Annunziata]". Il casato antichissimo dei San Martino, insieme con quello dei Valperga e dei Castellamonte, era infatti uno dei più potenti del Canavese.
Considerata la datazione dello stemma alla seconda metà del XVII, si potrebbe attribuire tentativamente il blasone al conte di San Martino per eccellenza, ovvero Filippo d' Agliè (1604-1667), favorito e ministro di Madama Reale di Savoia durante la reggenza, fine letterato, musicista, ideatore di feste e spettacoli. Figlio di Giulio Cesare e fratello del marchese Ottaviano Antonio (morto nel 1676), era consignore delle valli di Pont e Castelnuovo, di Agliè, Front, La Torre e Cervere; nel 1632 fu maresciallo di campo di Francia, poi capitano delle Corazze delle Guardie di Sua Altezza, ministro di stato, cavaliere Gran Croce dei SS. Maurizio e Lazzaro, conte e commendatore di Gonzole, consigliere del consiglio di stato segreto, soprintendente generalissimo delle Finanze di qua e di là dai monti, con nomina del 28 marzo 1646 (carica di importanza fondamentale nell'amministrazione sabauda, alla quale arrivò subentrando allo zio Ludovico, ma anche grazie al suo legame con Madama Cristina) fu investito dal duca Carlo Emanuele II dell'Ordine della SS. Annunziata, assieme al fratello, il 21 agosto 1648 (V.A. Cigna-Santi, 1786, p. 158; V. Angius, vol. I, parte 1°, 1841, p. 418; A. Manno, vol. XVIII, p. 325), termine post quem del nostro stemma. Marchese di S. Damiano, fu infeudato di parte di Campo e Muriaglio (6 dicembre 1652) e di parte della Torre di Bairo (12 maggio 1653). In piazza Castello, a Torino, i San Germano fecero costruire alla metà del XVII secolo un palazzo sul quale sorse in seguito l'Albergo d'Europa (E. Borbonese, 1884, p. 123): durante i lavori di riadattamento, lagati al passaggio di proprietà, potrebbe essere magari stato asportato lo stemma nobiliare.
In alternativa si può ipotizzarne la provenienza da uno degli altari di patronato dei San Martino, ad esempio l'altare maggiore della Consolata, fatto decorare con marmi da Flaminio San Martino nel 1660 e oggetto di restauri nel tardo Ottocento, oppure dalla chiesa di San Francesco d'Assisi, dove i fratelli Ottaviano e Giovanni Francesco sono ricordati per la loro munificenza in una lapide del 1673, oggi non più esistente (G. Claretta, 1899, pp. 64-66, 124).
Bibliografia
Cigna-Santi V. A., Serie cronologica de' cavalieri dell'Ordine supremo di Savoia detto prima del Collare, indi della Santissima Nunziata, co' nomi, cognomi, titoli, e blasoni delle arme loro, 1786, p. 109,
Manno A., Il patriziato subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, araldiche e feudali desunte da documenti, 1895-1906, pp. 307-308, 325,
Cappelletti I., Storia degli ordini cavallereschi, esistenti, soppressi ed estinti presso tutte le nazioni del mondo, 1904, pp. 3, 6, 9,
Mallé L., 1965, p. 260,
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizuini piemontesi, 2008, pp. 60-62
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