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Stilobate di colonna di bifora
XV secondo quarto
prasinite
0123/PM
Altezza: 22,5 cm, Larghezza: 21,5 cm, Profondità: 21,5 cm
Stemma della famiglia Provana
Stemma della famiglia Provana. Il rilievo è lavorato sui quattro lati: due recano scolpito uno steccato (probabile impresa legata ad un membro della famiglia Provana), un lato porta lo stemma Provana di Carignano prima del privilegio di papa Martino V Colonna e l'ultimo lato uno stemma del medesimo casato, dopo che tale papa concesse di inquartare la colonna.
La base di colonna (già identificata erroneamente come capitello, cfr. scheda inventariale 123/PM, 1976-1979) curiosamente non è citata nel catalogo di Mallé, né nell'Inventario Particolare. La provenienzada Saluzzo indicata all'atto dell'acquisto difficilmente potrebbe essere accettata, in quanto le date della base di colonna in esame e del ramo saluzzese dei Provana non collimano; questa indicazione fuorviante potrebbe essere dovuta al probabile acquisto dell'opera, da parte di C. Grosso, dal mercato antiquario saluzzese.

Secondo alcuni storici esisteva un ramo dei Provana stabilitosi a Saluzzo: il primo esponente noto fu Guglielmo Provana, testimone della pace del 7 luglio 1281 tra il marchese Tommaso di Saluzzo ed i Cuneesi. Guglielmo fu il primo dei Provana che da Carignano si trasferì a Saluzzo, dove per molti anni continuarono ad abitare i suoi discendenti. Un Giovanni Provana dei signori di Pancalieri è nominato tra i cortigiani del marchese di Saluzzo come testimone di un documento del 16 febbraio 1398: i suoi discendenti caddero in disgrazia a causa dello schieramento a favore del marchese di Saluzzo contro il principe d'Acaja Ludovico, che confiscò loro il feudo di Pancalieri, dandolo in appannaggio al suo figlio naturale; inoltre i Provana perdettero anche il feudo di Polonghera, che fu alienato ad altri rami del medesimo casato. Una testimonianza più tarda della presenza dei Provana a Saluzzo si aveva nel chiostro del convento di San Giovanni a Saluzzo, dove una lapide del 1520, scolpita sopra un tumulo e ancora visibile fino a poco prima del 1830, ricordava un giureconsulto, Gaspardo Baldo, marito di Sebastiana Provana (D. Muletti, vol. VI, 1833, p. 69, nota 1). Alcuni studiosi invece, mancando notizie certe circa la linea familiare, propongono con una certa cautela la possibilità del trasferimento di un ramo dei Provana a Saluzzo, avvenuto eventualmente nel periodo di maggiore potenza del marchesato.

Considerata la forte affinità con lo stilobate di colonna di bifora 263/PM, il rilievo potrebbe essere avvicinato a questa sia per provenienza che per datazione. È possibile che l'impresa con la cancellata si riferisca anche in questo caso, come nel 263/PM, a Giovanni Provana, oppure, considerate le lievi divergenze, a Remigio Provana; resta tuttavia abbastanza plausibile una collocazione originaria nel castello di Villar Dora, in seguito ai consistenti lavori di restauro promossi da Annibale Antonielli.
Romanello E., Emblemi di pietra. Araldica e iscrizioni piemontesi, 2008, pp. 45-46