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Stemmi
1523
marmo
0445/PM
Altezza: 113 cm, Larghezza: 110 cm
pila per acqua benedetta
Pila per acquasanta con base a candelabra e stemmi nelle quattro facce del piede. Questo regge un pilastrino con doppio giro di scaglie, ghirlande, foglie, frutti e nastri. Bassa vasca circolare strigilata. (E. Romanello 2003) Il pessimo stato di conservazione dell'opera ha reso piuttosto difficoltosa l'identificazione degli stemmi, tuttavia il primo degli emblemi si può ascrivere senza dubbio alla famiglia Bernardo, da Venezia (i repertori araldici disponibili non confermano purtroppo il motto "Sola Fides"): trinciato, superiormente scaccato d'argento e di nero di tre file, al di sotto di rosso (G. B. Crollalanza, vol. I, 1886, p. 122; C. Frescot, 1701, tav. 236, p. 242; BRT, Courcelles, ms. Storia Italiana 156, vol. I, s. n.). Anticamente chiamati Mazi, originari di Musestre, i Bernardo furono tribuni della patria al tempo della fondazione di Venezia e diedero quattro procuratori di San Marco nonché molti senatori; uno di loro fu procuratore straordinario e poi provveditore di Dalmazia. Furono aggregati al patriziato veneziano nel 1296. Lo stemma con il castello potrebbe riferirsi alla città di Feltre (BRT, ms. Storia Italiana 156, vol. I, s. n.), per cui le iniziali <> potrebbero interpretarsi come "Civitas Feltriae", oppure, meno probabilmente, lo stemma potrebbe riferirsi alla famiglia Benetti di Belluno: di rosso alla torre al naturale (Nomi, cognomi, 1714, tav. 21). Dai testi consultati il motto "Sola Fides" non sembra caratterizzare la famiglia Bernardo, bensì numerosi altri nobili casati, come i Boggetti (C. Padiglione, 1910, p. 15; E. Gabotto, 1917, p. 743), i Cannobbio (C. Padiglione, 1910, p. 23), i Fedrezzoni (ibidem, p. 41), i Gentile (ibidem, p. 47), i Muzza, i Patrizi, i Rossi di San Secondo, gli Scala, i Teobaldo.
Proviene da Feltre.

(E. Romanello 2003) La pila per l'acqua benedetta fu acquistata, per 250 lire, il 1° febbraio 1879 dal signor Tonelli di Feltre, città dalla quale dovrebbe provenire l'oggetto (Inventario Generale, vol. I, p 60, inv. 599; Inventario Pietre e Marmi, p. 272: in questi inventari è riportata la data errata 1522, corretta poi nell'Inventario Particolare in 1523, cfr. n. 135). La provenienza da Feltre, indicata negli inventari, parrebbe confermata dall'assai probabile presenza dell'emblema del Comune di Feltre, che comparirebbe sul piede dell'acquasantiera.

Gli stemmi non furono identificati da Mallé, il quale descrisse analiticamente l'oggetto: la base, a candelabra, porta nelle quattro facce del piede stemmi (uno dei quali viene definito spezzato) contornati da nastri, ed una targhetta con la scritta: <> e la data: <>. Il piede quadrilatero regge un pilastrino con giro doppio di scaglie uscenti da svasatura a bordo festonato, mentre attorno al pilastrino compaiono ghirlande di foglie, frutti, nastri. La bassa vasca circolare presenta scanalature esterne strigilate, a raggiera; la fattura dell'oggetto venne definita "di classe, ma la realizzazione non sembra sorpassare un medio artigianato" (L. Mallé, 1965, p. 179).

La famiglia Bernardo, nella cappella omonima in Santa Maria dei Frari a Venezia, ebbe una tomba, databile al 1363, dove è riprodotto lo stemma (W. Wolters, 1976, cat. 94, pp. 194-195, tav. 371); nella controfacciata del medesimo edificio, l'emblema di tale famiglia ricorre nel sepolcro a Pietro Bernardo, 1538, opera di Tullio e Sante Lombardo (riprodotto in G. Berti, s. d., tav. 7). Pietro Bernardo, ancora vivo, per il suo sepolcro spese ingenti somme, derivanti dall'attività di mercante di gemme; questi fu inoltre ampiamente ricompensato da Francesco I di Francia, del quale aveva promosso, in qualità di cavaliere, la pace con Enrico VIII d'Inghilterra (G. Fogolari, 1931, pp. XXIV-XXV).

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Mallé L., 1965, p. 179