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Parte di ancona d’ altare
Parte di ancona d’ altare
Anno
XIV secolo secondo quarto
Materiali
legno di cembro scolpito in controvena dipinto e dorato
Inventario
1053/L
Dimensioni
Altezza: 143 cm, Larghezza: 205 cm, Profondità: 16 cm
Soggetto
storie di santa Maria Maddalena
Artisti
Maestro della Madonna di Oropa (bottega)
Descrizione
Parte centrale di un'ancona d'altare a sportelli terminante in alto con tre grandi cuspidi decorate da gattoni. La narrazione si sviluppa su due registri con andamento bustrofedico: a partire da sinistra in basso si susseguono la Cena in casa di Simone, le Marie al sepolcro e il Noli me tangere; nel registro superiore figurano, da destra, la Penitenza, l’Ultima Comunione, la Morte e l’Ascesa in cielo.
Notizie Storico-Critiche
Il rilievo costituiva la parte centrale di un grandioso altare a sportelli che, aperto, raggiungeva la larghezza di circa quattro metri.
L'opera appartiene a un cospicuo gruppo di rilievi istoriati e statue coerenti dal punto di vista stilistico e provenienti dalla Valle d’Aosta, che tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando molte chiese della Valle rinnovarono i propri arredi, passarono sul mercato antiquario ed entrarono in Museo. L’insieme è stato concordemente datato alla metà del Trecento fino a quando, sviluppando un suggerimento di G. Romano (1979), E. Rossetti Brezzi lo ha ricondotto alla maniera della Vergine del santuario di Oropa, verosimilmente donata al santuario dal vescovo di Vercelli, il valdostano Aimone di Challant, in occasione della consacrazione della chiesa di Santa Maria di Oropa nel 1294. La produzione di questa grande bottega, che a cavallo del secolo dovette produrre paliotti, ancone e croci da arco trionfale destinate a chiese sparse su tutto il territorio della Valle, rappresenta l'aggiornamento subalpino alle suggestioni del linguaggio gotico maturo proveniente dalla Francia settentrionale. Oltre ai tratti fisionomici dei volti, dall'identica espressione sorridente e un po' vaga, dati formali ricorrenti nella produzione di questo atelier sono l'estrema raffinatezza dell'intaglio e l’attenzione minuziosa per i dettagli descrittivi, come i tessuti decorati: ne emerge un repertorio straordinario di stoffe preziose, ornate da minuti motivi geometrici, che costituiscono – assieme all'intensa cromia dominata dai toni del rosso arancio, verde e azzurro accanto al bianco – la cifra caratteristica della bottega. La cronologia prossima al 1295 proposta dalla Rossetti Brezzi per i rilievi più antichi della serie, tra cui quest’ancona e il paliotto proveniente da Courmayeur anch’esso in Museo (1063/L), è stata recentemente messa in discussione da M. Tomasi (2013), che la posticipa al secondo quarto del Trecento sulla base dei dati della moda e dei confronti con le pale d’altare francesi del XIV secolo, analogamente caratterizzate dal formato rettangolare allungato, dalla scansione delle scene tramite elementi architettonici, dalla complessità delle composizioni e la ricchezza di dettagli narrativi.
La qualità del manufatto fa supporre una committenza di prestigio. La provenienza da Carema, piccolo centro del Canavese ai confini della Valle d'Aosta, suggerisce l'ipotesi suggestiva che l'ancona sia collegata ai Vallaise, la famiglia nobile valdostana che dall'inizio del XIII secolo deteneva il feudo di Carema. La devozione particolare dei Vallaise per santa Maria Maddalena è attestata dalla cappella del castello di Arnad, da quella di Ville e da quella di Estillan a Pont-Saint-Martin, poco lontano da Carema, tutte sedi comunque troppo ristrette per ospitare un altare così monumentale; va ricordato, d'altra part, che al centro degli interessi della famiglia furono per secoli le chiese parrocchiali di Arnad e di Perloz. Altri possibili committenti potrebbero essere individuati nei Castruzzone, signori locali legati a quell'epoca ai vescovi di Aosta.
Il pezzo fu collocato nel gennaio 1930 nella cappella della Rocca Medievale al Valentino e restituito a l Museo il 5 ottobre 1934.
Bibliografia
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