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Dipinto
ca. 1470 - ca. 1480
tempera su tavola
0444/D
Altezza: 102,2 cm, Larghezza: 47,3 cm, Profondità: 1,8 cm
Strage degli Innocenti
Strage degli Innocenti in un interno. La tavola era originariamente unita in verticale con quella raffigurante l'Annunciazione (443/D) e formava il lato interno dell'anta sinistra di una ancona.
Proveniente dalla (già) Collezione Cologna, Milano (cfr. Finarte, 1985, n. 510). Cfr. 0443/D.

Le quattro tavole costituivano le ante mobili di un'ancona di tipologia fiamminga che aveva al centro verosimilmente una Madonna col Bambino, dipinta o scolpita. Le tracce sul retro dei pannelli di due santi francescani (Santi Francesco e Bernardino) lasciano supporre che l'altare appartenesse in origine a una chiesa francescana. La scritta "Queirassa" dietro all'Annunciazione e alla Natività indica una probabile provenienza dalla zona del Queyras, vicino a Briançon (V. Natale, 1996, p. 103, nota 75 e p. 105). I quattro pannelli, già nella collezione Cologna di Milano, furono segnalati da Mario Salmi e da lui attribuiti a Gottardo Scotto (1929-1930); in seguito furono ricondotti ad ambito piemontese e accostati inizialmente a Giovanni Canavesio da Mauro Natale prima (1982) e Giovanni Romano poco dopo (1982). Ricomparsi sul mercato milanese nel 1985, i dipinti furono di nuovo oggetto di riflessione da parte dello stesso Natale che ne propose una collocazione nella zona piemontese-savoiarda della cultura alpina, anche per i rapporti con alcuni affreschi gravitanti intorno alla Valle di Susa, in particolare con i cicli della chiesa cimiteriale di San Maurizio Canavese e della cappella della Maddalena in San Pietro ad Avigliana. Nel 1986 i pannelli furono donati al Museo Civico dalla Cassa di Risparmio di Torino. Giuliana Algeri (1991) ritenendo valida la prima ipotesi di Natale, ossia quella ligure-piemontese, ricondusse i dipinti nel solco della tradizione figurativa rappresentata da Pietro da Saluzzo e dall'Annunciazione di Andagna, mentre Dominique Thiébaut (1994), forse non conoscendo la bibliografia più recente, tornò a riferire il complesso alla bottega di Canavesio. Vittorio Natale (1996) ha riconfermato l'attribuzione delle tavole a pittore franco-piemontese, approfondendo i confronti proposti a suo tempo dal fratello e datando l'opera al 1475 ca.
Natale V., Primitivi piemontesi nei Musei di Torino. Non solo Canavesio..., 1996, pp. 102-109,
Natale M., Arte all'incanto. Mercato e prezzi dell'arte e dell'antiquariato alla Aste Finarte 1984/85. Arte di confine: quattro tavole piemontesi del Quattrocento, 1985, pp. 10-15,
Gazette des Beaux-Arts, 1988, p. 51, n. 310,
Algeri G., La pittura in Liguria. Il Quattrocento. Ai confini del Medioevo, 1991, p. 224, nota 72,
Thiébaut D., Hommage à Michel Laclotte. Etudes sur la peinture du Moyen Age et de la Renaissance. Josse Lieferinxe et son influence en Provence: quelques nouvelles propositions, 1994, p. 213, nota 17,
Natale M., Museo Poldi Pezzoli. Dipinti, 1982, p. 74,
Natale V., Il Tesoro della Città, 1996, p. 15, scheda 16,
Romanello E., Bollettino della società piemontese di Archeologia e Belle Arti. Il maestro di Lusernetta e alcune considerazioni sulla pittura tardogotica pinerolese, 1999, pp.281-282,
Careddu G., Castronovo S., Corrado F., Pagella E., Soffiantino M.P., Thellung C., Museo Civico d'Arte Antica di Torino. Acquisti e doni 1971-2001, 2004, p.130,
Romano G., Zenale e Leonardo. Tradizione e rinnovamento della pittura lombarda, 1982, p. 82 scheda n. 23,
AA. VV., Dipinti e sculture del museo Civico d'Arte Antica in Galleria Sabauda, 1988,
Natale Vittorio, Corti e Città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali. scheda n. 208, 2006, n. 208 p. 412,
Salmi M., Dedalo. Bernardino Butinone, 1929-1930, p. 396,
Catalogo Finarte, 1985, n. 510, pp.128-129 scheda 205