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tralcio ondulante / fiori
tralcio ondulante / fiori
Anno
XVIII sec. (?)
Materiali
lino; merletto a fuselli a fili continui, con motivi in punto tela con bordi leggermente traforati, fondo a rete a maglie del tipo “à cinq trous” con una lavorazione molto fitta. Il piede è formato da un sottile nastrino in punto tela; il bordo è a festoni a punto tela con picot.
Inventario
2074/T
Dimensioni
Altezza: 3,5 cm, Larghezza: 85 cm
Definizione
bordo
Soggetto
Bordo lino merletto / Trimming linen lace
Descrizione
Il merletto presenta un decoro a tralcio ondulante molto semplificato, che forma brevi anse ripetute in cui sono regolarmente disposti rami a riccioli da cui spuntano piccoli fiori.Il merletto, in buono stato di conservazione, presenta parte del piede piuttosto lacero, forse a causa di un distacco poco attento dalla tela cui era cucito. La tecnica a filo continuo, il filato spesso, l’effetto compatto della lavorazione, il decoro molto semplificato e ripetitivo suggeriscono una probabile provenienza da manifattura casalinga, come proposto da Mottola Molfino.
La presenza nella collezione di Torino di un gruppo piuttosto cospicuo di trine attribuibili dubitativamente all’Italia centrale (Abruzzo, inv. 2042/T, 2017/T, 1933/T, 2045/T, 2423/T) e le analogie riscontrabili con gli esempi pubblicati dalla Ricci potrebbero suggerire di estendere anche al merletto in esame tale provenienza.
Tuttavia il confronto con merletti ritenuti di aree geografiche molto diverse pone alcuni dubbi: ad esempio la May pubblica come esempio di merletti realizzati in Andalusia presumibilmente nel XVIII secolo un bordo simile (1939, fig. 322, ultimo bordo in basso); il medesimo decoro, ma con un fondo a rete diverso e un filato in parte più sottile, compare anche in bordi pubblicati dalla Levey come provenienti da manifattura fiamminga, dell’area di Anversa (1983, fig. 265). In casi similari, caratterizzati da un disegno e da una tecnica molto semplici e ripetitivi, è difficile individuare una provenienza precisa; si tratta di un patrimonio artigianale comune che non richiede grandi manifatture e disegni raffinati, e che quindi poteva “viaggiare”, ad esempio grazie agli spostamenti delle monache nei conventi o delle donne lungo le vie di migrazione, o ancora tramite contatti legati a dominazioni straniere.
Esemplari simili nella stessa raccolta di Torino sono: inv. 2435/T (alla cui scheda si rimanda per ulteriori considerazioni), 2370/T.
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