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triangoli sovrapposti / inserti geometrici

    triangoli sovrapposti / inserti geometrici
    1600 - 1899
    lino; ricamo ad ago a punto a giorno e punto quadro; tramezzo ad ago a nodi del tipo puncetto e a punto tagliato; merletto a fuselli a fili continui a base di trecce incrociate; merletto a fuselli a fili continui a base di trecce e di nastrino continuo a punto tela e picot.
    2405/T
    Altezza: 32 cm, Larghezza: 48 cm
    federa
    Tessuto per arredo lino ricamo / Furniture fabric linen embroidery
    Il pannello superiore del manufatto è formato da un rettangolo di tela fiancheggiato da due alte fasce laterali, realizzate dall’accostamento alternato di due diverse falsature. Una, che definisce anche la cornice esterna dell’inserto, è a fuselli con nodi e serpentine che formano un disegno a triangoli sovrapposti speculari; l’altra è realizzata a puncetto, con la successione regolare di riquadri con inserti geometrici e picot contrapposti su due lati, e di tre fasce con barrette verticali e diagonali. I margini di questo verso della federa sono collegati al pannello posteriore mediante un’alta falsatura a fuselli con doppie volute ad esse affrontate recanti un trifoglio centrale, alternativamente rivolto verso l’interno e l’esterno, racchiuse entro due margini lineari a treccia.Il pezzo, che si suppone destinato a federa, appare integro e molto ben conservato. Presenta una struttura compositiva complessa caratterizzata dall’accostamento di tecniche esecutive e di decori geometrici diversi, tutti di stile cinquecentesco vicino ai decori del libro veneziano “Le Pompe” pubblicato in due volumi dal 1557 al 1560; un’idea e un gusto analoghi si ritrovano in particolare in vari esempi di biancheria domestica di manifattura siciliana, anche ottocentesca, pubblicate da Binetti Vertua (tav. LXXVIII, LXXXII e LXXXIII).
    La datazione di questo manufatto è problematica: a una collocazione verso la fine del secolo XVI rimandano elementi quali l’idea di accostare tecniche diverse, l’unione dei teli con un traforo a merletto, in questo caso di fattura piuttosto accurata, il tipo di decoro; tuttavia l’ottimo stato di conservazione, la ripetitività nella composizione (che rimanda ai pezzi siciliani già citati), e la semplificazione dei modelli aulici fanno dubitare della realizzazione antica di questo merletto, come evidenziato da Mottola Molfino.
    Gli inserti sono eseguiti con particolare finezza ad ago a nodi, una tecnica esecutiva che generalmente è attribuita a manifatture valligiane dell'Italia settentrionale, in particolare nelle valli dell'alto bergamasco, della Svizzera e della Valsesia (dove è sopravvissuta fino ai giorni nostri col nome di puncett) (Mottola Molfino). Tuttavia questa tecnica era diffusa ampiamente nell’area mediterranea con nome di “punto avorio”, come attestano sia la Ricci, sia Binetti Vertua.